Politica

Santori s’inventa i “viaggi di coscienza”? Care sardine, non tornate

L’ultima iniziativa del consigliere comunale del Pd. Prima destinazione i campi profughi Saharawi, in Algeria

Santori Deserto © Falkenpost tramite Canva.com

Fermi tutti: non ridete: una volta tanto il sardina Mattia Santori, questo gigante dell’inconsistenza, ne ha pensata una buona. Sarà stato il fumo, sarà quello che volete, ma il figlio naturale del geom. Calboni, “trì scotches” e sei cannes, ha fulminato un’idea meravigliosa, ancorché non meglio precisata: “Viaggi di coscienza nel deserto algerino”. Ripeto: viaggi di coscienza nel deserto algerino. Non ridete, disgrazièti maledètti: per sfuggire del mondo ai tristi mèli, il sardina Mattia vi porta nel Sahèri.

Messa così pare effettivamente una roba un po’ da sardine: ma come, questi denunziano virogosamente i cambiamenti climatici, il riscaldamento glo-balle, e poi vogliono fare la gira in uno dei posti più surriscaldati del pianeta, temperature oltre i 50°, distese di pietre? E invece ha senso: intanto, c’è un sacco di spazio per giocare a freesbee, la specialità del Calboni jr, epitome dell’inutilità. Poi lì se uno vuol meditare, hai voglia. Mattia Sardina come Simon del Deserto, fieramente contro le tentazioni: carrierismo, canne, cazzate. Galvanizzato dal forte aroma di eurocandidatura da Elly Schlein (che volete, va così: meno uno vale, più rischia di farcela), il consigliere comunale bolognese che denunciava i cani che mangiano le oche ha trovato la sua strada e quella di tutt* e tutt*: sardine del deserto, sardine affumicate. A meditare. Viaggi di coscienza.

La faccenda ha un senso, ed è apprezzabile, in quanto sempre tesa al rinnovamento e, soprattutto, a fare piazza pulita di: poltronari, fannulloni, arrampicatori, cialtroni, trì scotches, sei cannes, leccalelly eccetera: tutti nel deserto, in torpedone, con 42 persone, e non se ne parla più. Son di quelle località che se poi uno si trova bene, non torna indietro. Anche se non si trova bene. È pulizia etnica, politica, psicosociale. Provatevi voi a spremere una genialata simile. Qui siamo ben oltre la città trasformata a campo di freesbee, il fumo libero e bello, le maturazioni di coscienza dal “Pd partito tossico” a “Piglio la tessera del Pd”, le oscillazioni bestiali tra oche e sardine, le falangi ittiche, le megalomania fanciullesca, “Io porto in piazza ventimila persone”, l’intimità col potere, i selfie col Politburo bolognese, i Benetton e il fotoprosecco Toscani, la strenua difesa in formula negazionista di Bibbiano, il movimentismo pesciarolo a prato basso, la strategia della pensione, anticipata, senza avere mai svolto l’ombra di una attività, la frenesia da Sardomobile, le allettanti promesse, le innocenti bugie, “io non mi candiderò mai” ed eccolo in consiglio comunale, “io non penso proprio al Parlamento europeo”, e toh, subito in rampa di lancio: no, robetta da Sardinista acerbo, qui, adesso, siamo al salto di qualità, non della quaglia, di qualità: viaggi di coscienza nel deserto algerino, capito.

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Pòrtateli tutti, Mattia. Tu come Mosè, o Noé, “se non è zuppa è pan bagnato, son tutt’e due salvati dalle acque”, come diceva Peppone a don Camillo, altra Emilia, altri uomini. Patriarca Sardinista, piglia su il bastone e guida le genti. Soprattutto, non tornate indietro. Non pensateci neanche. Naturalizzatevi. Pigliate la cittadinanza desertica e, se ci riuscite, il relativo reddito. Guarda, arriviamo a dire: se davvero siete decisi, il viaggio ve lo paghiamo noi. Di sola andata, naturalmente. Con una sola riserva, ma ferrea: se poi dovessero catturarvi, non sognatevi proprio che vi si riscatti, oh bischeri. No che va a finire come al solito che poi ci costa l’ira d’Iddio. Siate a fondo perduto, nel senso che andate a fondo e ci restate.

Daje Mattia, forza, che aspetti. Più facile a farsi che a dirsi. Dai, che ci vuol niente. Viaggi di coscienza nel deserto algerino. L’italiana in Algeri. Col cerchietto. “Tu mi dovresti/Trovar un’italiana. Ho una gran voglia/D’aver di una di quelle signorine/Che dan martello a tanti cicisbei”. Una di quelle sardine. Come lo vedi, tu, Mattia nei panni di Lindoro? Viaggi di coscienza. Nel deserto algerino. Dopo Sheik Yerbouti di Frank Zappa, Sheik Sardina di Mattia Santori. Scrivi il tuo nome sulla sabbia, piccolo Calboni, gemello siamese di Lodo dello Stato Sociale, e qualcuno lo leggerà. Le salamandre. Le lucertole. Elly Schlein. Mi raccomando, in carovana a 30 all’ora, per salvaguardare il pianeta. Mattia del Cactus. Vedi caro amico, cosa si deve inventare, un fannullone sardina, per continuare a campare.

Max Del Papa, 19 agosto 2023