Politica

Saviano ne ha sparata un’altra delle sue

La vittima per antonomasia accusa il governo di ogni male, inclusa la limitata libertà di stampa. Ma…

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Allarmi, son fascisti! Questo in sintesi il “drammatico” intervento di Roberto Saviano trasmesso dal Tg3 di venerdì scorso. L’intervento dello Zarathustra napoletano è stato inserito a commento di un servizio nel quale si è dato conto, con la solita enfasi propagandista, della classifica mondiale sulla libertà di stampa elaborata da Reporter senza frontiere. Classifica che vede l’Italia, testuale, scivolare al 49° posto – in precedenza si trovava al 46° – e gli Stati Uniti al 57°, perdendo “ben” due posizioni la cui maggiore responsabilità, secondo chi ha curato il servizio, avrebbe un nome e cognome: Donald Trump.

Ma veniamo alle parole del nostro preoccupato speciale, eternamente in lotta contro le mafie di tutti i tipi, comprese quelle inventate: “Ce lo aspettavamo, presto detto: intellettuali portati a giudizio in Tribunale; leader politici che hanno i loro giornali, con cui attaccano i rivali. E poi ancora: giornalisti spiati da programmi che possono essere acquistati soltanto da governi. Questo significa – conclude quindi Saviano-Zarathustra – che la democrazia nel nostro Paese è in pericolo!”

Allora, l’esegesi di questo breve ma comicissimo intervento è piuttosto semplice. In primis, con “gli intellettuali portati a giudizio” il nostro eroe-vittima quasi certamente si richiama alla causa per diffamazione, che lo ha visto uscire con una condanna, intentata da Giorgia Meloni che fu definita da Saviano “bastarda” durante un programma televisivo. Tuttavia, l’episodio risale al dicembre del 2020, ovvero circa due anni prima che nascesse l’attuale governo di destra. Ma poco importa, i politici cattivi e i mafiosi non meritano sconti; per loro vale sempre la retroattività del giudizio morale dei sacerdoti del bene alla Saviano.

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Dopodiché l’intellettuale napoletano, vestendo in questi i panni di Pulcinella, senza far nomi stigmatizza chiaramente i giornali vicini alla maggioranza, rei di attaccare i rivali politici. E già, invece i grandi e diffusi quotidiani – tra cui la Repubblica, il Corriere della Sera, La Stampa, tanto per citarne solo alcuni – cosa fanno da alcuni decenni a questa parte, si occupano solo di gossip e di motori?

Di fronte a tanta limpida e illuminante sagacia, non possiamo che inchinarci, salutando l’illustre perseguitato politico, sempre attento alle nostre libertà – ma solo se votiamo a sinistra – con una famosa frase del suo celebre concittadino Antonio De Curtis, alias Totò: “Ma mi faccia il piacere!”

Claudio Romiti, 4 maggio 2025

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