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Sbronza ecologista: arriva la birra con l’acqua di fogna

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Oddio mi sono incartato. Come faccio a commentare l’incommentabile? Eppure l’incommentabile è una notiziola che spiega più di tanti trattati lo zeitgeist: a Singapore fanno una birra di merda, non nel senso che fa schifo: proprio di merda, tratta dalla fogna, la fanno con l’eau de fogne. Acqua di cesso. E la bevono pure. “Ah, buonissima, sa di birra”. Come no, birra di scolo: e sei protagonista, come le bollicine di Vasco. Che dire di più? Beh, qualcosa, in effetti, si può; che la macchina poderosa della comunicazione ha subito cominciato a spacciarla per deliziosa, a riprova che si può davvero rivendere di tutto, tipo quella che parla in corsivo al Grande Fratello Vip o i Maneskin al Circo Massimo.

Non c’è più filtro, non c’è più logica, l’informazione è stata fagocitata dalla comunicazione che è una bolla, una nube dove puoi mettere tutto e serve a fare soldi, la politica la fanno i bibitari, i mancati attori di fotoromanzo e i supertecnici che non capiscono un cazzo, in un anno di sparano 4 vaccini, roba che neanche gli esperimenti di Mengele, gli honky tonk virologi dettano legge, la gente gira con mascherina a 40 gradi sotto al sole, il pandemonio regna, il mondo segue un’orbita sbronza. E noi ci si diverte ad affondare nella merda sui social, come le Sturmtruppen di Bonvi che, immerse fino al collo, gridavano “non fate l’onda non fate l’onda”.

Il Fatto Quotidiano, che ha lanciato la notizia della birra diarrea, se l’è cavata con un trafiletto ironico, e che doveva fare? Che dobbiamo fare, se non solo te la impongono, come le cimici, le cavallette, per decreto ormai, ma scovano gli alienati e i potenziali serial killer per fargli dire che è deliziosa, che mai più senza?

Dalla birra all’universo il passo è breve. Roma non è ormai un non luogo, un inferno immaginario tra Kabul, Calcutta e il Donbass? Non si affoga, anche lì, allegramente nella merda per misteriosi motivi che tuttavia non turbano il sindaco piddino? Non chiudono la metro alle 21 per i prossimi 18 mesi, roba che neanche nella jungla tribale? Non fanno due roghi al giorno, così chi deve capire capisce? La settimana scorsa non hanno beccato un autista a masturbarsi davanti ai passeggeri minorenni mentre con l’altra mano cercava di schivare i cinghiali di strada mentre dall’autobus si levava un preoccupante puzzo di incendio? E tutto questo, che va oltre ogni distopia, non pare forse normale?

Ancora, non ci siamo rovinati in 40 anni di decisioni criminali, rinunziando al nucleare, per una di quelle puttanate nelle quali Pannella era imbattibile, ma subito cavalcata da Craxi, dal Pci, da tutti, non ci siamo affidati ai deliri affaristici di una disagiata in treccine che odiava “i potenti” dai quali viene ricevuta 365 giorni l’anno, sostiene di “vedere la CO2” e, dal suo conto in banca milionario, ringhia “come osate, mi avete rubato il futuro”? Finché la fondamentale Unione Europea, con un magheggio, si rimangia decenni di stronzate, e non alla birra, e inserisce il nucleare tra le fonti pulite e rinnovabili, cosa che gli scienziati seri, non i telegeometri in fila per una candidatura col Pd, ripetevano, invano, da sempre. Abbiamo scherzato, compagni: il nucleare non uccide, il sole non ride, il vento non sventola, le scorie radioattive sono perfettamente stoccabili, una lattina pro capite al posto delle 7 tonnellate da carboniferi, e peraltro riciclabili al 95%: è la tecnologia che avanza, che crea, mentre i partitini tra sovietismo e verdismo fannullone non hanno mai creato niente.

Quanto ci vorrà prima di dire che il woke è fascismo, il cancel culture un crimine contro l’umanità e il politicamente corretto una nube tossica che pochi imbecilli ricchi hanno imposto a 8 miliardi di imbelli? E che la birra di merda non è birra, è merda e chi la beve ne è degno? O tempora, o mores. La bibita innovativa si chiama NewBrew, laddove brew significa bevanda ma, volendo, anche brodaglia: ci siamo, esportatela in tutto il mondo, i Nuovi Angeli, nel 1970, con la hit “Singapore” furono profetici: “Fiume giallo, giù nel fiume giallo…”. Dice che così si risparmia acqua: a questo punto, perché non una limonata all’urina, una cocacarella, direttamente dal produttore al consumatore? Per la formula, si può chiedere a Eleonora Brigliadori, poi si assolda qualche nullologo di sinistra che, dal vaccino alla Marmolada, ti spiega che la pisciolemon è buona, fa bene e salva il pianeta. E fa crescere pure le treccine.

A questo punto, abbiamo uno ed un solo problema, siccome in Italia siamo incapaci di prendere le cose buone dal mondo ma le schifose non ce le facciamo sfuggire, neppure una, persino peggiorandole. Che beverone repellente imporre per il prossimo autunno, magari con opportuno DPCM? La birra di fogna no, c’è già. Locuste e ragni, ormai sono acquisiti. Mumble mumble. Eureka! Un bel liquame a base di minzioni di Draghi, Speranza, Ricciardi e virologi assortiti. Dissetante, diuretico, antistaminico, vaccinale. Non lo bevi, ti ammali, muori. Lo sorbisci, diventi come loro. In pratiche confezioni da 12, in regalo la mascherina col buco, c’è pure la cannuccia, gustalo sotto l’ombrellone, a cena con gli amici, al Premio Strega, alla prossima riunione del Pd. E la birra reflua lasciala ai singaporegni, che è roba da dilettanti, figuratevi, hanno ancora la democrazia, per giunta di stampo britannico, roba da selvaggi. Vuoi mettere qui, con l’evoluto esperimento sociale a base di regime dei tecnici e degli attori da fotoromanzo creati dalle società di profilazione dati.

Max Del Papa, 9 luglio 2022

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