Cronaca

Scandalo alla Stampa: il governo elimina l’ultima restrizione Covid

C’è questa Eugenia Tognotti che è una scienziata per osmosi, alla Piero Angela, per via divulgativa, lei è una storica della medicina a Sassari il che non fa di lei una luminare, al massimo una storica, se va bene. Una storica militante, materialistico-dialettica come tale puntuale eccola pontificare, sulla Stampa, what else, la straziante lenzuolata di chi non si rassegna alla libertà più o meno ritrovata, è rimasta infognata nel cupismo allarmistico, del Covid, del clima, del capitalismo cinico e baro, ah che dolore, che disperazione dover constatare l’abbassamento della guardia, scrive Tognotti in una prosa di insostenibile concentrazione atomica dove infila di tutto, dalle guerre al clima al film su Barbie, oltre ai soliti numeri di soccorso, usati in modo conveniente cioè non siamo ancora all’emergenza ma si salvi chi può.

“Covid ultimo atto”: ahò, già dal titolo me viè l’ansia. Una roba tra il Der letzte Akt di Pabst e la Corazzata Kotemnkin di Fantozzi: l’occhio di Eugenia, la carrozzina climatica che rotola dalle scale, il montaggio analogico, ragioniere, vuole dire qualcosa lei? Sì: per me, il Covid ultimo atto è… 92 minuti di applausi! Roba che se la legge Pichetto si discioglie in pianto climatico. La morale è tracciata in cauda: “Non sarà un decreto a stabilire che Covid e influenza pari sono. Almeno per il momento”. Giusto, compagna, bisogna aspettare il ritorno di Speranza, del Pd malasanitario. Niente, non ce la fanno, stanno sempre lì, al socialfascismo mussoliniano, tutto nello Stato, niente fuori dallo Stato, nulla contro lo Stato, compreso il morbo, il clima.

“Oggi il governo cancella l’unica restrizione ancora in vigore!”, e ci vedi Eugenia che si rotola tutta giù per terra flagellandosi con un coltello da pesce. La nostra Barbie girl dell’emergenza incorporata addolorata insanguinata del dolore eterno dell’incidenza in risalita come l’indice Rt. E allora? E quindi? Chiudiamo tutti siccome Eugenia vede nuove nubi contagiose all’orizzonte? Facciamo una fiaccolata contro l’abolizione dei divieti, che poi in soldoni vuol significare contro la Meloni, perché tutte ste spippolate sono solo propaganda a sfondo militante dietro il velo della “scienza” con la foglia di fico del bene comune? Ci affidiamo al senso della misura di Alessandro Gassman, alla tolleranza di Bonelli? Nominiamo Patrick Zaki, cervello in fuga, purtroppo dall’Egitto, nuovo responsabile all’ISS mentre all’Aifa mettiamo Soumahoro?

Veramente l’Italia era l’unico paese che ancora resisteva, in modo demente, all’evidenza scientifica veramente, non meno che del buon senso; dove in certe regioni sono tuttora obbligatorie le mascherine negli ospedali. Dove pure certi governatori leghisti continuano a svalvolare con le loro politiche autoritarie e inutilmente repressive. Musica per gli statalisti che odiano la libertà, quella degli altri, e stanno sempre incazzati, sempre orientati al tragedione, con tutto questo lassismo civile, Tognotti mia: certo, il permissivismo si usa per i Nigeria che dopo averla violentata ammazzano a pugni e pietrate una povera crista andata a soccorrere la madre anziana. Lì, nessuno fiati, non sta bene, lì della sicurezza, del bene comune ce ne fottiamo disinvoltamente.

Eugenia, che nelle sue prose marmoree non manca di ossequiare, presumibilmente sull’attenti, il presidente autocrate, è una paladina contro la scienza maschilista, che premia poche donne, e, con le stesse certezze indotte, osmotiche, lancia massicci attacchi contro, ci mancherebbe, il negazionismo climatico bla bla bla: “Gli accaldati negazionisti del clima”, madonna che pesantezza mortale il titolo della Nuova Sardegna, quotidiano di una regione falcidiata dagli incendi dolosi ma fa niente; solo che il contenuto, come ogni contenuto della dirigista Tognotti, è pure peggio. E siamo già alle storiche fregnacce perché, dati alla mano, la prima settimana di luglio era ancora fresca, il caldo apocalittico, che poi non era apocalittico, è durato una ventina di giorni e siamo tornati sotto media. E allora i Tognotti di tutto il mondo, unitevi, rivanno all’emergenza morbosa, con cui ci ammorbano.

Cambiamenti virali, contagi climatici. Il morbo è scomparso come emergenza in tutto il mondo, ma si resta aggrappati alle varianti che verranno. La CO2 non ammazza un bel niente, l’Italia ne produce lo zero virgola zero qualcosa, la Cina a triliardi di tonnellate, ma le emissioni zero solo qui: i costi, socialisticamente, chi se ne frega. Bill Gates gira a predicare neutralità ambientale cambiando un jet privato al giorno, perché ne ha 4 (quattro), ma è la tua Panda che affumica e appesta. Il governo, questo, di destra, ha appena varato un piano sanitario che in pratica stabilisce perennità vaccinale, intensifica il controllo repressivo e paga quei giornalisti falliti per brevità chiamati debunker in funzione spionistica dei reprobi.

Quanto a dire la continuità senza soluzione di una brutta arietta autoritaria. Però c’è troppa libertà, non sarà un decreto a stabilire che il Covid è declassato. Quando però stabiliva che il Covid era un misto fra la febbre gialla e la peste nera, il decreto andava bene. Sarà il nome, Eugeni*, che induce a vergare grafomanie di stampo autoritario che nessuno legge, e soprattutto regge, più.

Max Del Papa, 7 agosto 2023

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