Società

Se la libertà è il lockdown selettivo, ne facciamo a meno - Seconda parte

Le regole sanitarie obbligatorie hanno creato un clima sociale terrificante. Perché siamo davanti a un modello difficilmente sostenibile…

Questa consapevolezza comporta serenità d’animo ed entusiasmo nel costruire una vita degna di essere vissuta e portò il cristiano e politico Martin Luther King a dire: “Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire non ha ancora iniziato a vivere”. E sappiamo tutti che si riferiva al tema della libertà come elemento fondamentale per la vita stessa e come diritto naturale dell’uomo.

Se la vaccinazione di massa è la strada per tornare veramente liberi, allora è necessario puntualizzare che ad oggi, secondo i dati presenti su Rainews sono state somministrate 93.929.973 dosi di vaccino, 46.928.704 di italiani hanno ricevuto la prima dose e 45.435.706 hanno completato il ciclo delle vaccinazioni. Praticamente quasi tutti vaccinati, dunque, come più volte ha fatto notare Vittorio Sgarbi: “cosa dovrebbe temere un vaccinato da un non vaccinato?” È perché dopo la vaccinazione bisogna continuare a vivere con forme di restrizioni delle libertà, quando si è sempre proposto la vaccinazione come soluzione finale al problema?

In questo scenario da massimo rigore il ministro della Salute inglese Sajid Javid ha annunciato ai microfoni della Bbc che non ci saranno restrizioni gravose in Gran Bretagna in vista del Natale. Allora perché non guardare anche l’esempio di altre Nazioni che hanno dimostrato la lungimiranza di salvaguardare sia la salute che le libertà personali? A questo punto la risposta la trovo solo nelle parole di Confucio: “Quando le parole perdono il loro significato, le persone perdono la propria libertà”.

Carlo Toto, 25 novembre 2021

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