Rassegna Stampa del Cameo

Smartphone, americani e cinesi ci rubano dati sensibili

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Per l’infima minoranza di liberali nature alla quale appartengo, oggi è una gran giornata. La festeggerò con una cena a base di carne cruda di Pino Puglisi (vitelli allevati esclusivamente a erba, fieno e nocciole d’Alba tritate), pane di Spoto e Barbaresco di Gaja.

Perché? È arrivata, fresca fresca, una notizia che va a confermare un modello politico-culturale-economico che alcuni di noi studiano da una decina d’anni (io lo chiamo Ceo capitalism) e che respingo in modo totale.

FBI, CIA, NSA, immagino sotto lo sguardo compiaciuto di Donald Trump, hanno dato un colpo, mortale mi auguro, alla globalizzazione selvaggia. In un’udienza svoltasi presso la Commissione Intelligence del Senato, le tre maggiori Agenzie hanno dichiarato di essere contrari a “qualsiasi posizione di rilievo del network di comunicazioni del Paese a una società legata a un governo estero che non condivide i valori degli Stati Uniti.

Il motivo? La minaccia che costoro possano esercitare pressioni e controlli sull’intera infrastruttura di telecomunicazioni, di manomettere o sottrarre informazioni sensibili, praticare un’attività di spionaggio che passerebbe del tutto inosservata”.

Si riferiscono agli smartphone cinesi Huawei. Colpo astuto per eliminare un concorrente del produttore nazionale che fa esattamente le stesse cose verso il resto del mondo.

La risposta del colosso cinese Huawei non si fatta attendere: “Godiamo della fiducia di governi e clienti di 170 paesi, non rappresentiamo una minaccia alla cybersecurity più elevata rispetto a qualsiasi altro produttore del settore Ict (leggi Silicon Valley, ndr.) dal momento che condividiamo con i concorrenti americani catene di approvvigionamento globali e relative capacità produttive”.

Il bello di questa vicenda è che sia americani sia cinesi dicono la verità, sono culturalmente della stessa razza, i prodotti cinesi usano la stessa tecnologia di Silicon Valley, ergo “rubano” i dati sensibili degli utenti esattamente come fanno i prodotti americani di Silicon Valley, la differenza è che entrambi “rubano” i dati sensibili di noi cittadini occidentali.

Penso che noi europei dobbiamo finalmente capire che dietro il termine “globalizzazione selvaggia” c’è un mondo e ci sono interessi, non solo economici ma anche, soprattutto, criminali.

Che dire? Mettiamola sul ridere, questi markettari californiani e cinesi ci considerano degli idioti che si fanno “profilare” per consumare quello che costoro hanno deciso di propinarci e chiamano il tutto “innovazione”, “globalizzazione”, “mercato”, “nuovo stile di vita”.

Non so i miei concittadini, ma io mi vergogno di limitarmi solo a scrivere contro costoro e votare sempre e comunque contro i loro maggiordomi.

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