Repubblica ne ha parlato, ma a pagina 23 e senza nessun richiamo in prima e senza commenti indignati dedicati alla vicenda. Il Corriere ha fatto peggio: ha rifilato la storia (alla faccia dell’importanza delle denunce delle donne) in una colonnina minuscola a fondo giornale. Eppure la storia della ragazza molestata al Concertone del Primo Maggio non è mica roba da niente. E non solo perché il racconto che la giovane ha fatto agli investigatori è sconcertante, ma anche perché i tre aggressori tunisini fermati dalla polizia sono di fatto già a piede libero: scrive Rep infattti che “la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere nei loro confronti” ma “i giudici hanno convalidato l’arresto disponendo soltanto l’obbligo di firma”. Quindi “in attesa del processo, dove dovranno rispondere dell’accusa di violenza sessuale di gruppo, i tre universitari potranno continuare liberamente la loro vita”.
L’episodio è avvenuto mentre la giovane, originaria della Campania, si trovava in fila insieme a un’amica per accedere all’area riservata del concerto. Approfittando della ressa, i tre l’hanno accerchiata e palpeggiata. Nonostante lo choc, la vittima è riuscita ad allontanarsi grazie all’aiuto dell’amica e ha immediatamente denunciato l’accaduto agli agenti di polizia in borghese presenti sul posto. La 25enne ha vissuto momenti drammatici. “Sono stati pochi minuti che mi sono sembrati una vita. Ero pietrificata e non riuscivo a difendermi”, le parole riportate dal Messaggero. “Uno di loro era davanti a me, gli altri due dietro. Mi toccavano ovunque mentre io ero pietrificata, non riuscivo a dire e fare nulla. Puzzavano di alcool ed avevano un’aria spavalda”. E ancora: “A sei anni sono stata violentata e ripercorrere quei momenti è stato un dolore indescrivibile. Se fossero andati oltre credo che non avrei retto a un secondo trauma. Sono cose che ti uccidono dentro”. Sono stati momenti di terrore. “Non connettevo. Scendevano solo lacrime dai miei occhi”, ha aggiunto la ragazza. Repubblica invece riporta queste parole: “È stato terrificante. Mi ha salvata la mia amica, tirandomi via da lì. E mentre lei urlava per chiedere aiuto, c’era chi le diceva di smettere, che disturbava la musica. Non volevo credere alle mie orecchie. Ti rendi conto di quello che sta succedendo e non fai niente?”.
L’intervento è stato condotto dal Commissariato Esquilino, che aveva schierato agenti in borghese per garantire la sicurezza del pubblico durante l’evento. La vittima, in forte stato di stress emotivo, è stata trasportata in ospedale per ricevere supporto. I tre giovani tunisini sono stati rintracciati e arrestati con l’accusa di violenza sessuale. Hanno tra i 22 anni e i 25 anni e sono venuti in Italia con una richiesta di soggiorno per studio. Come detto, il tribunale ha convalidato l’arresto, ma ha disposto per loro solo l’obbligo di firma.
“Seguo con attenzione la vicenda dell’aggressione ai danni di una giovane donna al Concerto del Primo Maggio a Roma. Nell’occasione, tre cittadini stranieri, tra i 22 e i 25 anni, venuti in Italia con una richiesta di soggiorno per studio, sono stati bloccati dalle Forze dell’ordine e per loro adesso è stato chiesto il nulla osta al magistrato per l’espulsione“, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul suo profilo X. “Ancora una volta meritano ammirazione e ringraziamento le donne e agli uomini delle Forze dell’ordine che, nella circostanza, in servizio in borghese tra la folla (come spesso fanno in servizi attenti, discreti e capillari, non sempre compresi per la loro importanza e spesso ingiustamente fraintesi) sono prontamente intervenuti nell’indifferenza di alcuni presenti salvando la vittima e assicurando gli aggressori alla giustizia – aggiunge-. Un’azione tempestiva che testimonia la grande efficacia, prontezza e professionalità delle donne e degli uomini in divisa, impegnati quotidianamente a tutela della sicurezza di tutti e per affermare nei fatti quei valori di democrazia che sono a fondamento del nostro vivere civile”.
La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha attaccato le “forze politiche” colpevoli di non aver preso una “presa di posizione corale” per “l’ennesimo episodio che avviene durante un evento di massa”. “Dispiace – ha aggiunto – però che in tanti, in altre occasioni così loquaci, non abbiano avvertito fin qui il bisogno di esprimersi”. Cgil-Cisl e Uil, che organizzavano il concerto, hanno però condannato “con forza” l’episodio e parlato di “un fatto grave e intollerabile, che colpisce ancora di più perché avvenuto in un contesto che ha lo scopo di promuovere diritti e libertà delle persone”. “Proprio dal palco del Concertone – hanno aggiunto – con forza e chiarezza, sono stati lanciati messaggi contro ogni forma di violenza, discriminazione e sopraffazione, in particolare contro quella che colpisce le donne”.
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