Pronti, partenza, via. Aspettatevi tra oggi e domani ondate di articoli, commenti, corsivi e rubriche sulla fotografia pubblicata dalla Casa Bianca poco fa. È abbastanza eloquente: si vede un gruppo di migranti illegali arrestati nelle scorse ore, incatenati in fila indiana e fatti salire su un aereo per essere rapidamente rimpatriati.
Partiamo dal messaggio politico. “Come promesso – si legge sul profilo X – il presidente Trump sta inviando un messaggio forte al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti andrà incontro a gravi conseguenze”. E ancora: “I voli di deportazione sono iniziati. Promessa fatta, promessa mantenuta”. In fondo anche ieri parlando a Davos, The Donald era stato chiaro: “Abbiamo dichiarato l’emergenza nazionale al confine” con il Messico “bloccheremo l’invasione” dei migranti. E il presidente non si è fermato alle parole: dopo i primi decreti esecutivi firmati poco dopo l’Inauguration Day, Trump ha garantito agli agenti di vare agenzie del governo federale gli stessi poteri dei poliziotti dell’immigrazione, incluso quello delle espulsioni. In questo modo sia la Drug Enforcement Administration che il Us Service Marshals potranno procedere all’arresto e al rimpatrio dei clandestini, facoltà che gli agenti dell’Fbi hanno già. Il risultato? A ieri la Casa Bianca aveva annunciato di aver arrestato 538 migranti illegali e di averne espulsi centinaia.
Non solo. Come rivela oggi il New York Times, attraverso un promemoria l’Immigration and Customs Enforcement (ICE) è stato incaricato di esercitare i suoi ampliati poteri per accelerare l’espulsione di migliaia di persone, in particolare quelle ammesse temporaneamente durante la gestione Biden da paesi come Cuba, Nicaragua, Venezuela e Haiti. Questi programmi, sotto l’amministrazione precedente, avevano lo scopo di fornire vie legali per l’ingresso negli Stati Uniti, offrendo un contrasto all’immigrazione irregolare. La direttiva di cessare i programmi dell’era Biden e di espandere i poteri di espulsione è stata una delle prime iniziative concrete per mettere in pratica la politica di tolleranza zero. Il documento specifica che verranno prioritariamente espulsi coloro che si trovano sul territorio americano da oltre un anno senza aver richiesto asilo e i beneficiari dei programmi temporanei di ingresso che sono rimasti oltre il biennio.
Inoltre, l’amministrazione Usa ha sospeso l’utilizzo dell’App Cbp One che consentiva ai migranti di prenotare gli appuntamenti per ottenere il visto di ingresso negli Usa. Risultato: 33mila persone che erano pronte a partire dal Messico sono di fatto bloccate al confine. Si tratta di migranti che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno neppure il permesso di soggiorno per risiedere in Messico e che non possono essere ospitati nei rifugi. Per loro, se Trump manterrà le promesse, non ci sarà molto spazio. “Il diritto di chiedere asilo è universalmente riconosciuto”, prova a protestare l’Onu. “Tutti gli Stati hanno il diritto di esercitare la loro giurisdizione lungo i confini internazionali, ma devono farlo in linea con i loro obblighi in materia di diritti umani”.
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