Salute

Fine Covid mai

Speranza non molla: quarantena ridotta ma non abolita

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Come riportato un articolo del Sole 24 Ore, dopo una lunghissima gestazione, il ministro della paura Speranza starebbe per emanare una circolare per alleggerire l’isolamento dei positivi al Sars-Cov-2. La cosiddetta quarantena light, al pari di altre demenziali misure ancora in essere, mantiene di fatto inalterato il principio di facciata che sta alla sua base: il tentativo di contenere un virus ubiquitario che oramai circola con la velocità della luce.

Anche se in realtà questo ennesimo scempio delle nostre libertà fondamentali, sempre più fondato sul nulla, nasconde il tentativo di mantenere alta l’attenzione per una pandemia in via di estinzione solo ed esclusivamente per un tornaconto politico.

Nel dettaglio – si legge nell’articolo -, pare che “i tecnici del ministero della Salute stiano valutando la percorribilità, sulla base dei dati scientifici disponibili ad oggi, di misure come la riduzione della durata massima dell’isolamento a 15 o 10 giorni (dagli attuali 21) e soprattutto la possibilità per i positivi senza sintomi di non aspettare più 7 giorni – come attualmente previsto – per fare il tampone di fine isolamento, e se il test è negativo di tornare subito liberi. Sempre a quanto si apprende, si attende un parere prima di emanare nei prossimi giorni la circolare”.

Ora, già il fatto di “tornare subito liberi”, quasi che fosse una magnanima concessione del sovrano sanitario, è qualcosa che fa venire i brividi, soprattutto se ciò può avvenire solo nel caso di un esito negativo del tampone. Ma è l’intera filosofia del provvedimento che non può essere più accettata dopo quasi tre anni di una dittatura sanitaria che, in quanto a risultati concreti, ci vede nel ruolo di fanalino di coda dell’Occidente. Un approccio assurdo il quale, proprio a causa di un virus sempre più diffusivo ma sempre meno aggressivo, anziché fermare la circolazione delle varianti di Sars-Cov-2 tende a rallentare la vita economica e sociale del Paese.

Tanto è vero che non si comprende per quale, contorto motivo una persona con zero sintomi, nel caso di una prolungata positività al tampone, dovrebbe comunque aspettare 10 o 15 giorni per uscire dagli “arresti domiciliari” invece di farlo a sua discrezione, così come è sempre avvenuto per l’influenza stagionale. Forse che la positività di un soggetto asintomatico, rispetto al primo tampone, risulta differente dopo il periodo indicato – attualmente di 21 giorni – dagli aruspici del ministro Speranza?

In realtà la speranza, quella autentica, è che la nuova maggioranza di governo che uscirà dalle urne del 25 settembre faccia veramente piazza pulita di questa ed altre odiose misure liberticide. Tra le quali, come suggerito in coda all’articolo summenzionato, il ripristino delle abominevoli mascherine per alunni e studenti.

Credo che il momento sia propizio per cambiare passo, mandando definitivamente in soffitta una orrenda politica sanitaria che sembra aver prodotto solo mostri.

Claudio Romiti, 24 agosto 2022

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