Rassegna Stampa del Cameo

Sta emergendo un populismo di sinistra?

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Solita cena, nel solito grotto ticinese, con il solito amico XY, questa volta più in versione economista che banchiere. La sua teoria è chiara: per la leadership tedesco-anseatica che guida l’Europa, i nodi stiano arrivando al pettine, il loro (nostro) modello economico sta perdendo di competitività nei riguardi di Cina e di Stati Uniti, e al contempo cresce sempre più il malessere sociale. Se vogliamo essere politicamente corretti diciamo che quantomeno il modello è stanco. Lo stesso disagio colto in anticipo dai populisti, che ultimamente li sta ingrassando in termini elettorali.

Mi sono permesso di lanciare all’amico XY un’idea che mi frulla da qualche tempo in testa. Noi analisti abbiamo finora identificato i populisti con i sovranisti, in realtà sta emergendo un populismo di sinistra, francese, inglese e ora anche italiano (colto per esempio osservando il successo al di sopra delle previsioni di Nicola Zingaretti) che prende atto, seppur con colpevole ritardo, del drastico calo del potere d’acquisto nell’ultimo decennio delle classi povere e medie. Il fatto che sia andato ad aumentare la ricchezza dei ceti medi-bassi dei cinesi lo considerano non un’opportunità per la crescita del mercato globale, ma una presa in giro, chiosa XY.

Il momento in cui l’Europa deve cambiare in modo radicale un modello stanco, si sta facendo sempre più impellente, ma l’osceno meccanismo istituzionale con il quale la classe dominante europea non solo si è chiusa, ma pure blindata in casa, rende ogni cambiamento difficilissimo, se non impossibile con le vecchie regole. Dice XY: ci vuole uno shock. Lo saranno le elezioni europee, il contrasto Usa-Cina, una crisi della Germania?

I segnali della crisi del modello si moltiplicano al punto che la stessa Bce ha dichiarato che il rallentamento, sempre spacciato come temporaneo, ora ammette essere di più lunga durata. Insomma, terminato l’effetto delle droghe di Mario Draghi, il modello si rivela per quello che è: insostenibile in termini sociali, quindi politici. I gilet gialli e di altri colori si spegneranno pure in corso d’opera, forse si estingueranno nelle loro versioni estreme estinguendosi presto, ma il rancore sociale che ci avvolge si consolida sempre più.

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