“Sempre dalla parte delle vittime. E dei loro familiari”. E’ questo il mantra di Unione Nazionale Vittime (UNAVI), l’associazione che tutela le persone che hanno subito un qualsiasi tipo di violenza e i loro parenti. Da anni ormai questa realtà si batte per sensibilizzare la collettività sul tema e per fare in modo che tutto il dolore che i familiari delle vittime e le vittime stesse hanno provato, non venga ignorato o messo in secondo piano dalle istituzioni.
È proprio con questo obiettivo che martedì 17 maggio alle ore 10.30, al Grattacielo Pirelli di Milano, l’associazione inaugurerà la mostra itinerante “Sui passi della violenza”, un’esposizione di 14 quadri corrispondenti alle stazioni della Via Crucis. Le 14 opere, realizzate per l’associazione dall’artista Sergio Brambillasca, raffigureranno eventi violenti noti alla cronaca, che spaziano dalla legittima difesa (rapine in casa o sul lavoro), alla violenza su donne e uomini, fino al cyberbullismo. Ogni opera verrà affiancata da versi inediti, composti da membri dell’associazione e da personaggi pubblici, che verranno letti durante l’evento di presentazione.
Un’iniziativa sicuramente originale, che vuole provare, attraverso l’arte, a smuovere le coscienze di tutti. Garantisce Paola Radaelli, presidente di Unavi che da anni è in prima linea al fianco delle vittime. “Questo progetto – spiega – ha due scopi molto importanti: sensibilizzare e non dimenticare. Unione Nazionale vittime nasce proprio dall’incontro tra dolore e generosità: il dolore di chi direttamente o indirettamente sia vittima di violenza e la generosità di chi non vuole girare la faccia dall’altra parte”. Ma cosa vuol dire vivere tutti i giorni accanto a chi soffre? E quali sono le necessità di queste persone?
“In questi anni – racconta Radaelli – ho conosciuto tantissime vittime di violenza per lo più indirette, così si definisce chi ha perso un proprio caro in conseguenza del comportamento doloso o colposo di un’altra persona. La sofferenza delle vittime indirette non è connotata da rabbia o desiderio di vendetta. In questi casi quello che si avverte di più è il vuoto che si legge negli occhi delle persone e la disperazione che traspare da ogni loro parola, in ogni sguardo. Stare vicino ad una vittima indiretta è difficilissimo e la tensione è tale che ad un certo punto non si può fare altro che rifugiarsi in discorsi pratici: il processo, la tutela legale, le istituzioni con tutte le carenze e le criticità del caso. Con la vittima diretta, sopravvissuta al male, è paradossalmente più semplice”.
Ma cosa chiedono queste persone? “La richiesta che fanno indistintamente tutte le vittime – prosegue il presidente – è di ricevere attenzione da parte delle istituzioni. Vivono questa situazione di disinteresse nei loro confronti come una profonda ingiustizia e così si sentono vittime due volte. Come Unavi abbiamo ottenuto diversi risultati importanti in questo senso e parlo di legittima difesa, di alcune indicazioni per il Codice Rosso, e dell’innalzamento dell’indennizzo ai famigliari delle vittime di reato. Ma c’è ancora molto da fare: ci stiamo battendo per ottenere il garante nazionale, l’introduzione della sindrome depressiva post-traumatica nel prontuario delle malattie al fine di ottenere le cure a carico del servizio sanitario nazionale e molto altro ancora. Ma al momento siamo molto concentrati su questa mostra itinerante che partirà da Milano e attraverserà tutta la nostra penisola, tra comuni, regioni e fondazioni, per concludersi a Roma nel mese di novembre durante la Giornata Internazionale contro la violenza”.
Il 17 maggio, al Pirellone, nella Sala Gonfalone della Regione Lombardia, saranno presenti diverse personalità del mondo del giornalismo e della politica locale. Dal presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi che procederà al taglio del nastro della mostra, all’assessore alla sicurezza Riccardo De Corato. Alla tavola rotonda immediatamente successiva, che verrà moderata dal vicedirettore de Il Giornale, Francesco Maria Del Vigo, prenderanno parte fra gli altri, l’attore e doppiatore Luca Word, testimonial Unavi e il direttore de Il Giorno, Sandro Neri.
Sebbene troppo spesso questo paese, con i suoi atavici difetti, riesca a mettere sullo stesso piano criminali e persone perbene, violenti e non violenti, parassiti e lavoratori, ecco che per fortuna c’è chi non demorde e si batte con tanto impegno e costanza per ciò che è giusto. “Questa mostra – conclude Radaelli – è un modo completamente nuovo di presentare queste tematiche. Unisce il mondo dell’arte e della cultura a fatti terribili e reali. Le sensazioni che trasmetterà ci piacerebbe che rimanessero impresse nelle menti e nei cuori di chiunque la vorrà visitare”.