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Task force? Inutili come il governo

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Il numero degli esperti, dei consulenti, dei commissari sta per raggiungere e superare il numero dei contagiati dal coronavirus. Ogni giorno aumenta lo stock delle cosiddette task force. Si tratta di capire quale sia il fattore “R0” degli esperti ma, anche così a naso, si può capire che sia maggiore rispetto al numero di riproduzione di base dello stesso virus. Insomma, ogni esperto-consulente-commissario è in grado con la sua bacchetta magica di creare almeno altri due esperti-consulenti-commissari e questi a loro volta sono in grado di crearne altri con una crescita esponenziale che è sufficiente a capire perché il governo italiano è la prima macchina al mondo nella produzione di commissioni speciali che sono specializzate non nella soluzione di problemi bensì nella loro creazione ad hoc. Se non avete problemi non preoccupatevi, ci penserà a crearvene sicuramente una delle decine di task force ideate e volute dal professor Giuseppe Conte, l’Azzeccagarbugli degli Italiani.

“Se c’è un problema e si fa una commissione ci saranno tre problemi: il problema originario, la commissione, le decisioni della commissione”. Lo scrivevo qualche giorno fa. Ma non per sarcasmo o per ironia. Per semplice descrizione dei fatti. Al principio di questa tragicommedia il capo del governo, specializzato in decreti amministrativi che si son messi la Costituzione più bella del mondo sotto i piedi, nominò Domenico Arcuri commissario per l’emergenza. Il suo compito, che già fu della task force della Protezione civile, era quasi unico: trovare le mascherine. Sapete come è andata a finire. Siamo arrivati alla Fase 2 e il governo che sforna task force col bollino blu a ciclo continuo ha pensato bene di affidarsi ad un altro commissario per la nuova emergenza che ci deve portare fuori dalla vecchia emergenza: Vittorio Colao che da Londra deve pensare, capire come far ripartire l’Italia. In pratica, a Palazzo Chigi si ritiene che governare equivalga a creare commissioni speciali che dovranno capire cosa fare per governare.  È come se il governo dicesse: io sono inutile. Ma questo già si sapeva. La cosa importante è che non sia dannoso. Ma, ormai, è fatto sia il danno sia la beffa.

La produzione continua di commissioni speciali risponde al bizzarro meccanismo, prima mentale e poi pratico, con il quale si cerca di avvicinarsi alla realtà – che è quella cosa strana che sta là fuori – ma ogni volta che si fa un passo la realtà invece di avvicinarsi si allontana. Non si tocca mai terra. Il governo, che vive in un mondo tutto suo, è lunare. L’Azzeccagarbugli a furia di azzeccare non sa più che azzecca con cosa e si è perso letteralmente nelle carte arrivando a credere che il mondo è di carta e la carta è il mondo. Che cosa strana: una volta erano i filosofi ad avere la testa tra le nuvole, oggi invece ce l’hanno i politici, i tecnici, gli esperti, i consulenti. Non so chi lo dicesse, forse quel genio di Einstein: l’intelligenza ha dei limiti, mentre la stupidità è illimitata.

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