Cronaca

Tim, cosa c’è dietro la scalata degli americani - Seconda parte

Il fondo Kkr ha deciso di scalare Tim, il gruppo ha un valore di Borsa di poco più di 7 miliardi

2. Gli americani sono stati tenuti in minoranza (nonostante l’esborso di 1,8 miliardi) nella rete fissa di Telecom. Un altro Fondo, Macquarie, è in minoranza nel secondo gestore di rete fissa, la Open Fiber, che ha come azionista di maggioranza la Cassa depositi e prestiti. Che con il 10% è presente anche in Tim. Facciamola breve: se Kkr dovesse acquistare Tim, diventerebbe di fatto proprietaria della rete, anche se oggi direttamente è minoranza. A quel punto si avvicina o si allontana il gestore unico della rete?

3. I fondi europei destinati alla rete in fibra e annessi valgono 7 miliardi. È del tutto evidente che il vero business nel futuro, anche grazie ai fondi pubblici, è là. Lo Stato con la sua articolazione guidata dal liberale Scannapieco come si comporterà? Da una parte la concorrenza aiuta innovazione e cura del servizio, dall’altra si rischiano la duplicazione di investimenti e costi e si alimenta la scarsa attenzione per le aree meno redditizie. Tutte questioni che una Tim americana renderà ancora più evidenti.

4. Telecom dalla privatizzazione ha cambiato troppe pelli, troppi manager, sembra una proxy del governo italiano. Si può immaginare una grande azienda redditizia, in un mercato super concorrenziale, senza una continuità di guida e di strategia? Difficile pensarlo. Certo il debito è una zavorra, ma pensare di cambiare tutto ogni triennio, vuole dire uccidere qualsiasi intrapresa.

5. Qualcuno parlerà di svendita di attivi italiani. Occorrerà segnalare loro che oggi i primi azionisti sono francesi e il mercato è fatto di fondi per lo più internazionali.

Nicola Porro, Il Giornale 22 novembre 2021

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