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Timmermans fa l’indovino: “Moriremo tutti”. Ma prende un granchio

L’ideologo dell’ambientalismo europeo, Frans Timmermans, torna alla carica per spiegare agli italiani la bontà della transizione ecologica

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Se c’è una persona che non cambia mai quella è Timmermans. Io me lo immagino come un lupo che prende i nani, come in The Wolf of Wall Street, e li lancia contro un bersaglio.

Oggi non solo ci ha detto che “moriremo tutti“, ma ci ha anche spiegato i motivi per cui il mondo è finito. In primis, perché nel 2021 ci sono stati due miliardi di eventi naturali a causa del riscaldamento climatico. Il secondo motivo, invece, è il fatto che l’aumento della temperature implicherà un calo della produzione del frumento in Europa. La conclusione è sempre quella: non avremo il grano e il pane e quindi saremo tutti morti.

Scongiuri a parte, la cosa stupenda è che nessuno osa mettere in dubbio che tutto questo dipenda dall’uomo. Allora mi chiedo: se veramente avesse ragione Timmermans, per quale diavolo di motivo questa roba la stiamo facendo noi europei?

Insomma, siamo quelli che consumiamo di meno, inquiniamo di meno, che produciamo meno CO2, che abbiamo il nucleare e i modi migliori per produrre l’energia elettrica. Se questo è quello che sta avvenendo, perché Timmermans e i suoi amichetti non rompono le balle ad India e Cina?

L’Europa produce solamente l’8% delle emissioni totali, veramente siamo così presuntuosi da pensare che siano le nostre ad essere quelle determinanti? Se anche nei prossimi anni riuscissimo a dimezzarle, cambierebbe qualcosa?

È una roba da pazzi, guai a mettere in dubbio i dogmi gretini! Io però non mi arrendo: ho la testa dura e anche questo lunedì a Quarta Repubblica vi parlerò di questa rottura di balle di Timmermans.

Nicola Porro, 18 marzo 2023

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