Tre domande a Ricciardi sugli “esperti”

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Qualche giorno fa, Walter Ricciardi ha pubblicato un tweet, ripreso ieri da Huffington Post, che evidentemente andava in cerca del consulente di Roberto Speranza, desaparecido dagli schermi e dai giornali. Commentando la decisione del governo della Nuova Scozia, in Canada, che ha deciso un lockdown “ascoltando il parere degli esperti”, Ricciardi pontificava: “Ci sono politici che sconcertano gli esperti perché, incredibilmente, ascoltano i loro suggerimenti, quei Paesi stanno molto, molto meglio”.

Lockdown inutile e dannoso

Eh no, professor Ricciardi. Primo: che esperti sono, quelli che l’unico brillante suggerimento che sanno dare è “chiudere, chiudere, chiudere”? Francamente, per questa, che è la soluzione più facile e non quella più complicata, quella che richiede la consulenza di un tecnico specializzato, bastano i politici da soli. Peraltro, moltissimi esperti, che forse non la pensano come lei, ma hanno studiato come e forse più di lei la materia, ritengono che i lockdown prolungati siano inutili e dannosi, perché non frenano il virus ma uccidono l’economia. Perché, invece, dagli esperti come lei non è mai venuta una parola su un’alternativa alle chiusure, o sullo sviluppo delle terapie domiciliari? Perché, mentre i medici trattavano i loro pazienti, spessissimo con successo, il ministero proclamava il dogma della “tachipirina e vigile attesa”, rimasto sostanzialmente inalterato anche ora, che Gianni Rezza ha tirato fuori un sedicente nuovo protocollo, che dà il via libera, ma solo in casi rari, a cortisone ed eparina?

Secondo: che politici sono, quelli che si fanno dettare l’agenda dagli esperti? Allora, facciamo come diceva Platone: il re filosofo. O il re scienziato. Ma siamo sicuri – terzo punto – che poi quei Paesi nei quali i governi si accodano alle prescrizioni di certi scienziati, stiano proprio meglio? Già, perché proprio l’esperienza dell’Italia potrebbe fornire un esempio contrario. Se lo ricorda, ad esempio, quando proprio lei, professor Ricciardi, diceva che non bisognava fare i tamponi, che bastava farli ai sintomatici, che era un’assurdità utilizzare i test per fare lo screening del Covid sul territorio? Se lo ricorda quando, in tv, diceva che la mascherina era una “psicosi degli italiani” e che serviva solo ai malati? Ecco: quanto è stata meglio, l’Italia, a seguire quei suoi suggerimenti?

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