Politica

Le dimissioni della premier

Truss, come la Finanza ha abbattuto la “nuova Thatcher”

La leader del partito conservatori si è dimessa oggi. Quali sono i motivi (e perché l’Italia deve stare attenta)

Come si può vedere dalla prima pagina del “Financial Times” il nuovo governo di Liz Truss in Gran Bretagna è caduto perché è andato sbattere contro gli onnipotenti “Mercati Finanziari” ed è stato costretto a fare una inversione a U sul suo budget.

La premier Liz Truss avrebbe dovuto ridurre la spesa pubblica o alzare le tasse di 40 mld di sterline (circa 50 mld di euro) per “ridare credibilità” alla Gran Bretagna che evidentemente l’ha appena persa, stando ai mercati finanziari.

La Truss, una conservatrice che si era presentata come erede della Thatcher, è diventata in un solo mese un Primo Ministro “zombie”. Tutto questo per la reazione dei mercati contro il suo Ministro delle Finanze (che si è dimesso ieri) e il budget che prevedeva 180 miliardi (in euro) di sussidi per la crisi energetica a tutti e anche grosse riduzioni di tasse facendo raddoppiare il deficit pubblico. L’annuncio di questo budget ha fatto passare il costo del debito sui mercati per i titoli di stato inglesi dal 2% al 4,5% in quindici giorni.

L’inflazione in UK è ora al 10,1% per cui questi tassi di interesse sono ancora molto bassi. Intanto però la Banca di Inghilterra dovrebbe smettere di comprare titoli di stato e lasciar scadere quelli che maturano, di fatto quindi rivendendoli al mercato.

Per chi non ci avesse fatto caso, i titoli di stato a lunga scadenza, dai dieci ai trenta anni, stanno crollando sui mercati da mesi e le perdite arrivano anche al 40% su quelli inglesi a 30 anni e i titoli di stato a lunga scadenza, tedeschi, francesi o americani perdono dal 30% in su anche loro.

Nel caso dell’Italia, quando Mario Draghi è diventato Presidente del Consiglio, il costo dei BTP sui mercati era intorno a 1,1% e ora è al 4,6% e il BTP a 10 anni di riferimento da 150 è sceso a 110. Se aspetti la scadenza ti verrà rimborsato, ma intanto ora sei in perdita e se dovessi venderlo prima prendi la perdita. Se avevi comprato quando era arrivato Draghi e ora vuoi vendere perdi un 28%. In UK i fondi pensione che sono privati e investivano in titoli di stato a 20 o 30 anni, usando anche leva perché i tassi erano bassi, hanno dovuto vendere titoli, perché indebitandosi per aumentare il rendimento gli è stato ora chiesto di offrire più garanzie.

Se però pensi che la soluzione sia (ancora una volta) l’austerità, più tasse e meno spesa pubblica, non puoi compensare il costo delle bollette dell’energia a famiglie e imprese, mentre tutti stanno andando in recessione. Con l’austerità ci sarà una recessione pesante con effetti a catena, sia come introiti fiscali ridotti sia in termini di fallimenti e gente che non paga rate di debiti vari.

Queste non sono nostre ipotesi, i mercati sia azionari che dei bond hanno avuto già la perdita complessiva maggiore del dopoguerra. Non te ne accorgi molto perché le borse scendono lentamente e perché sono soprattutto i bond di ogni genere che perdono. I bond però sono in mano a banche, assicurazioni, fondi pensione e i cittadini se ne accorgono solo quando apre l’estratto conto dei suoi fondi comuni. Finora i consulenti e promotori dicono che “passerà”, ma stavolta le perdite sono su tutto perché le obbligazioni perdono quanto le azioni (di solito se una scendeva l’altra saliva).

Che la situazione sia seria lo dimostra il fatto che un governo conservatore inglese è stato messo sotto assedio dai mercati, ha già cambiato il Ministro delle Finanze e ora pure la premier Truss si è dimessa.

Come avevamo segnalato in precedenti pezzi, forse questa situazione (crisi energetica dovuta a sanzioni e altro, inflazione al 9%, tassi che salgono improvvisamente, frana dei mercati) è il motivo per cui Draghi si è tolto di mezzo e ha lasciato che qualcun altro andasse ora a bruciarsi. Speriamo di sbagliarci, ma quello che sta succedendo in Gran Bretagna potrebbe succedere anche da noi.

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 20 ottobre 2022

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli