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Tutte le balle sulle cartelle cancellate

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L’ignoranza tecnica, unita alla prevenzione ideologica che, in questo caso, alberga tutta nella metà campo di sinistra, sta facendoci assistere agli ennesimi contorcimenti e mal di pancia per un provvedimento che cancella cartelle esattoriali risalenti al 2010 o a prima ancora. Un condono lo chiamano e ovviamente lo dipingono come l’ennesimo regalo ai furbetti nell’Italia dice tutti evadono.
Evidentemente non è solo per il Covid che serve un buon vaccino.

Se un provvedimento che cancella cartelle esattoriali risalenti a 12 o più anni fa è un condono, sia almeno chiaro che è un condono che lo Stato fa a se stesso, per liberarsi dall’obbligo di impiegare mezzi e risorse per proseguire procedure che ormai potranno sortire incassi non superiori al 3-4% della massa complessiva ancora iscritta a ruolo. Lo dicono le statistiche e non è un caso che tra i principali sostenitori di questi provvedimenti vi siano molti di coloro che lavorano all’Agenzia delle Entrate e nell’ex Equitalia.

I condoni che favoriscono (anche) i contribuenti sono quelli che si fanno su annualità ancora suscettibili di accertamento o su debiti fiscali “freschi”, scontando anche le imposte dovute.
Eliminare periodicamente vecchie o vecchissime cartelle non ancora incassate nonostante pignoramenti, eccetera è la cosa più sensata del mondo. Troppa sensata per chi fa dell’ignoranza tecnica e della prevenzione ideologica la cifra stilistica del suo agire politico.

Enrico Zanetti, 21 marzo 2021

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