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Vaccini, Kurz denuncia il “mercato nero”

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Il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha lanciato il sasso nello stagno europeo, smuovendo le acque placide su cui galleggiano le entità nazionali in attesa delle forniture dei vaccini negoziati dalla Commissione europea. Così il giovane premier austriaco si è espresso in conferenza stampa: «Vi sono indicazioni secondo cui esiste un’istanza, un mercato in cui sono stati conclusi degli accordi supplementari tra alcuni Stati membri e le case farmaceutiche». Parole che smontano la narrazione sulla solidarietà europea in nome della quale gli Stati nazionali hanno rinunciato ai negoziati bilaterali, delegando la trattativa ad una dimensione sovranazionale unitaria.

Kurz ha formulato il suo j’accuse, senza affidarsi a formule lessicali eufemistiche o diplomatiche, ribadendo l’esistenza di mercanteggiamenti occulti – «un bazar», ha dichiarato – tra i Pharma ed alcuni Paesi Ue che hanno ottenuto trattamenti di favore nell’approvvigionamento dei vaccini. Una denuncia di disparità di trattamento che, qualora venisse acclarata, confuterebbe il coro apologetico sull’impulso solidaristico dell’Ue. Anzi, potrebbe attecchire il sospetto che alcune entità nazionali siano state indotte a demandare il negoziato sulle dosi all’Ue per vincolarle ad una commessa rivelatasi inottemperante e, così, agevolando le trattative bilaterali che hanno sottratto quote di vaccino all’equa ripartizione. Kurz ha riferito ai giornalisti di aver ricevuto informazioni su accordi segreti stipulati tra gli Stati membri e le aziende farmaceutiche, proiettando sull’Europa pesanti e dense ombre sulla gestione dei rifornimenti del salvifico siero.

Sulle contestazioni del Cancelliere Kurz è intervenuta la senatrice di Forza Italia Stefania Craxi: «Sarebbe davvero spiacevole scoprire novelle penelopi intente ad esibirsi di giorno nella retorica dell’Europa unita e solidale e di notte pronte a perorare, in spregio ad ogni accordo assunto all’unanimità in sede comunitaria, la propria campagna vaccinale».

Troppe iniziative solitarie dei paesi europei sui vaccini che testimoniano anche il deficit di coordinamento. Al quadro della frammentazione non si è sottratta neanche l’Austria che ha fatto sistema con Israele, assieme alla Danimarca, Slovacchia Ungheria e Croazia, convergendo sul farmaco russo – lo Sputnik.

Nel mentre sui cittadini incombe l’odissea vaccinale con la penuria delle dosi che lede il loro diritto alla prevenzione. Purtroppo, i contagi infuriano, ritardando il ritorno al pieno godimento di quelle libertà da un anno immolate sull’altare di un’interminabile emergenza.

Andrea Amata, 13 marzo 2021

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