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Scuola e affettività

Valditara fa saltare la Concia, ma l’errore è il comitato di rieducazione

Retromarcia del ministro sulla nomina dell’attivista Lgbt tra i garanti del progetto scolastico sulle relazioni

Valditara Concia © inkdrop tramite Canva.com

Tu quoque, Giuseppe Valditara? Non bastavano femministe, lgbt e progressisti vari, adesso ci si mette anche il ministro dell’Istruzione e del Merito a vestire i panni dell’ultras sfegatato della spietata lotta al maschilismo.

Ebbene sì, proprio lui, il ministro del governo di centrodestra, con alle spalle una lunghissima militanza a destra, che si piega con sconvolgente facilità alla dirompente spinta progressista fino a sposare un’insensata causa di sinistra. Incredibile, ma vero. Il conservatore Giuseppe Valditara, convinto sostenitore della famiglia e contrario all’ideologia gender, che fa propria la folle guerra dei sessi di chiara matrice ultra-progressista e spalanca le porte all’indottrinamento rivolto alla rieducazione del maschio nelle scuole. Un grossolano errore politico, nonchè un evidente segnale di debolezza culturale per il titolare del MIM, che dopo il barbaro omicidio di Giulia Cecchettin ad opera dell’ex fidanzato Filippo Turetta (solo lui, appunto, non il genere maschile nel suo complesso), cede al femminismo dilagante e decide di assecondare la fuorviante (e pericolosa) narrazione dell’uomo stupratore per natura e in quanto tale carnefice del genere femminile. E ciò soltanto da un punto di vista politico-ideologico.

Ma c’è di più, perché l’uscita a vuoto di Valditara presenta anche dei non indifferenti risvolti sul profilo tecnico-educativo: a forza di promuovere progetti atti a riempire quegli spazi educativi che dovrebbero essere invece appannaggio delle famiglie, la scuola tende sempre più spesso a trascurare le competenze e incoraggiare un impoverimento culturale che pare ormai inarrestabile. Da luogo di elaborazione e trasmissione della cultura e dei saperi, l’istituzione scolastica si riduce così a mero luogo di indottrinamento ideologico a uso e consumo della dottrina dominante di turno e delle mode del momento. E non è ancora tutto. Perchè Valditara, non soltanto ha fatto propria la narrazione femminista proponendola nelle scuole, ma si era spinto oltre nominando l’attivista Lgbt ed ex parlamentare del Pd Anna Paola Concia, salvo poi rimuoverla dopo pochissime ore per placare gli animi all’interno della stessa maggioranza. Una ritirata tanto repentina quanto disordinata, figlia di un tentativo confuso, e di conseguenza mal riuscito, di compiacere l’opinione pubblica di estrazione progressista.

In estrema sintesi: Valditara ha avallato una narrazione errata secondo cui i nostri studenti di sesso maschile sono da considerarsi in toto dei futuri femminicidi; vorrebbe avviare un progetto educativo che farà delle nostre scuole dei veri e propri campi di rieducazione per gli stupratori di domani; e aveva affidato il tutto ad una femminista (alimentando così l’idea del solito complesso di inferiorità culturale nei confronti della sinistra), per poi ritirarle immediatamente l’incarico al fine di mettere a tacere le pesanti critiche piovute dai suoi stessi alleati di governo.

Un disastro, insomma, tanto da un punto di vista politico, quanto mediatico. Stavolta il ministro Valditara ne esce bocciato.

Salvatore Di Bartolo, 9 dicembre 2023

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