La Ripartenza

“Vietato decidere: così i pm vogliono impedire a Meloni di governare”

Il direttore del Giornale ai microfoni di Nicolaporro.it durante La Ripartenza di Milano

“Vietato governare”. Il paradosso è servito. La beffa (per gli italiani) pure. Mentre l’avviso di garanzia recapitato al premier Giorgia Meloni e ad alcuni ministri continua ad animare il dibattito pubblico, il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, offre uno spunto d’analisi interessante e accende i riflettori su uno degli aspetti più contraddittori dell’intera faccenda. “Siamo in un Paese strano, nel quale la magistratura rivendica giustamente il diritto di agire nella sua autonomia e l’opposizione, legittimamente, rivendica il diritto di fare il proprio compito. Ma qui l’unico che pare non avere i diritti è il governo”, spiega il giornalista, intervenuto come ospite e relatore alla Ripartenza 2025 di Milano. “Il diritto di un governo – continua – è quello di governare, di prendere delle scelte politiche e questo mi sembra, tra tutti questi diritti, l’unico autorizzato dagli elettori. Invece pare che un governo di centrodestra non abbia il diritto di governare”.

Protagonista del partecipato evento organizzato da Nicola Porro lo scorso 30 gennaio, il direttore ha confidato ai nostri microfoni di essere stato sfiorato dal sospetto di una mossa giudiziaria ‘a orologeria’, come accadde nel 1994 con Silvio Berlusconi. “Quel clima di ostilità va avanti avanti dal 1944 ed è tuttora lo stesso il clima. C’è il medesimo clima di ostilità della magistratura nei confronti delle destre, del centrodestra, chiunque lo interpreti. Lo abbiamo visto con Berlusconi, poi con Salvini e adesso la Meloni. Non è che ci siano coincidenze temporali, perché purtroppo è un continuo più che una coincidenza”, ha osservato al riguardo Sallusti, senza troppi giri di parole.

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Autore di un libro-inchiesta (Il Sistema) che raccontava “la storia segreta della magistratura italiana” tra potere, politica e affari, il giornalista ha annotato come alcuni dei nomi menzionati in quel volume siano ancora oggi al centro dell’attualità. “Se andate all’indice dei nomi di quel libro, di fianco al nome Lo Voi (il procuratore della repubblica di Roma che ha mandato l’avviso di garanzia a Meloni e ministri) trovate molti rimandi. Perché Lo Voi ha attraversato quel sistema – e questo non è reato, per carità! – ed è figlio di quel sistema”, ha affermato il direttore. L’unica differenza rispetto al passato, ha concluso Sallusti, “è che l’opinione pubblica ha aperto gli occhi: mentre fino a un po’ di anni fa, in particolare durante Mani Pulite, era senza se e senza ma al fianco dei giudici, oggi non è più così”. Come peraltro dimostrano alcuni recenti sondaggi.

A pochi giorni dall’annunciato sciopero dell’Anm contro la riforma della giustizia, Sallusti ha infine un’opinione molto netta su quelle toghe che hanno esplicitato la loro contrarietà alle politiche del governo. “I giudici – ha scandito – attaccano la politica anche politicamente. Danno giudizi politici, entrano nel dibattito politico e pretendono che la politica stia zitta. Ma se i magistrati sono usciti dal loro seminato, salendo sul palcoscenico mediatico del confronto politico, non vedo perché la politica dovrebbe stare zitta di fronte a questa invasione di campo”.

Marco Leardi, 3 febbraio 2025

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