Politica

Vittorio Sgarbi indice un referendum su se stesso

Il critico d’arte e i colpi di genio. Alle iniziative a sorpresa di Vittorio Sgarbi siamo ormai abituati, e questa è solo l’ultima sorpresa: dopo aver vinto le elezioni comunali ad Arpino (Frosinone) ed essersi insediato come primo cittadino, Vittorio ha annunciato di voler indire un referendum popolare per confermare il voto che tre settimane fa lo ha eletto alla guida del Comune.

La decisione è arrivata ieri e il sottosegretario alla Cultura lo ha spiegato ai media locali alla fine della prima seduta del Consiglio Comunale. Ad accendere la scintilla è stata la critica da parte di un consigliere di opposizione, Niccolò Casinelli, secondo cui il neo-sindaco non avrebbe il sostegno della maggioranza dei cittadini perché le liste a lui contrapposte – sebbene non apparentate – se sommate avrebbero più voti della lista sgarbiana. Nei piccoli comuni non è previsto il ballottaggio, dunque non c’è nulla di strano nel risultato elettorale ad Arpino: la lista che prende più voti indica il sindaco. Ma la polemica deve aver suscitato qualcosa in Sgarbi che quindi ha deciso di indire un referendum entro un mese: il critico d’arte assicura che, se non otterrà il 50% dei voti, si dimetterà dalla carica di sindaco.

“Ho capito che le elezioni sono state scambiate per un referendum da un consigliere di opposizione – ha detto Sgarbi alla Ciociaria editoriale oggi -. La legge elettorale stabilisce che il ballottaggio si compie solo nei comuni sopra i 15mila abitanti. Questo signore ritiene che io sia stato votato da una minoranza e che quindi al referendum avrei perso”. Per questo, un po’ come una sfida, Vittorio ha deciso di indire “veramente” una votazione extra, non prevista dalla legge elettorale per i piccoli Comuni, “per capire se quello che lui ha detto riguarda queste elezioni in cui non avrei avuto la maggioranza: i cittadini ci diranno se voglio Sgarbi oppure no”. Qualora dovesse perdere, Sgarbi è pronto a dimettersi. “Il referendum stabilirà se sono il sindaco di tutti i cittadini, cioè della maggioranza, o di una parte soltanto”. Già, ma come fare all’atto pratico? Il sottosegretario spiega: “Si fa una urna dentro il Comune dove i cittadini vengono a votare se sono per Sgarbi oppure no”.

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