Esteri

Zaki il “buono” getta la maschera: cos’ha detto su Israele

L’attacco su X dell’attivista egiziano, Patrick Zaki, che definisce il leader israeliano Netanyahu un “serial killer”

Cerchiamo di riassumere brevemente cosa sta accadendo da ormai 72 ore tra Israele e Hamas. Da una parte, abbiamo un Paese democratico (filo-occidentale e filo-americano) che da oltre settant’anni rivendica la propria indipendenza; dall’altra, invece, un gruppo di terroristi islamisti, che da sempre utilizza strutture e popolazione civile come scudo umano durante i bombardamenti su Gaza. Insomma, da una parte il fondamentalismo; dall’altra la democrazia.

Basterebbe ricordare questo semplice assunto per far capire ai progressisti italiani come gli ebrei non debbano essere difesi solo quando morti (Giorno della Memoria), ma anche quando combattono da vivi. Ed in queste ore, non sono mancate le frecciate anti-Tel Aviv da parte dell’estrema sinistra italiana. Al coro, per esempio, si è aggiunto pure Patrick Zaki, il giovane attivista egiziano incarcerato nel suo Paese tra il 7 febbraio 2020 e l’8 dicembre 2021, e poi rilasciato in seguito al lavoro diplomatico svolto dal governo di Giorgia Meloni.

Israele, l’attacco di Zaki

E voi direte: l’attivista per i diritti umani avrà condannato sicuramente gli atti criminali di Hamas? La risposta, però, è negativa. E ad essere al centro dell’attacco, c’è proprio Israele ed il governo di Netanyahu, definito addirittura un “serial killer”. Ecco il commento di Zaki su X: “Oggi le forze di occupazione israeliane hanno bombardato una delle chiese più antiche del mondo nella zona di Zaytoun a Gaza. La Chiesa di San Porphyrius ha più di 1.600 anni”. In un altro post del 7 ottobre, il ricercatore egiziano dell’università di Bologna commentava così le parole del premier israeliano, che esortava i civili ad andarsene da Gaza e dichiarava lo stato di guerra: “Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili”.

Per approfondire:

La realtà distorta di Zaki

Una realtà letteralmente distorta, che non tiene in considerazione l’andamento degli eventi delle ultime 72 ore, visto che a sfondare nel sud di Israele sono state le milizie di Hamas. Anzi, è stato lo stesso leader israeliano, nella giornata di ieri, ad allarmare la popolazione che potrebbero esserci ‘cellule dormienti’ all’interno del Paese, pronte ad attacchi suicidi come ci hanno dimostrato più volte l’Isis e le altre organizzazioni fondamentaliste.

Zaki dimentica pure chi c’è dietro il finanziamento economico e bellico degli estremisti di Hamas ed i libanesi di Hezbollah: l’Iran. Esatto, uno degli Stati in cui il rispetto dei diritti umani è ai minimi livelli. Quella monarchia dove, pochi mesi fa, un giovane veniva lapidato per aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità. Quello Stato dove le donne non hanno alcun diritto. “Piccoli” dettagli che al nostro Zaki sfuggono, ma chissà se questa libertà di parola la avrebbe avuta in Egitto o addirittura a Gaza. In Israele, la risposta è affermativa; negli altri casi, avremmo forti dubbi.

Matteo Milanesi, 10 ottobre 2023

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