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11 settembre, i miti infranti della generazione 40 - Seconda parte

Chi poteva aver bisogno d’una Patria, a quel tempo, quando essa era ovunque nel lato occidentale del Pianeta? Chi poteva pensare che potesse ridefinirsi un “noi e un loro” quando l’altro appariva così vicino, raggiungibile, e soprattutto pacifico? Era il sogno di una generazione nata per essere senza guerra. Il giorno che il cielo cadde, ad essere il fumo grigio non avvolse soltanto New York, ma anche il Paradiso delle convinzioni. Venivano giù i simboli del tutto possibile. La libertà si mostrava nuda e tremante innanzi ai suoi figli. Che si riscoprirono indifesi. Un “noi” e un “loro” c’era eccome. E di lì a qualche anno, specie con gli attentati che colpirono l’Europa, avremmo scoperto che “loro” erano persino coetanei, cresciuti nel ventre nelle miraggio dell’odio, della guerra, della morte per se stessi quanto noi in quello della vita, dell’amore, del denaro e della pace. Era arrivato il momento di capire e, ancor peggio, di scegliere. Il cielo ci cadde addosso vent’anni fa, sì. E non avevamo il libretto di istruzioni.

Pietro De Leo, 11 settembre 2021

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