Cronaca

Accoltellato dal marocchino, l’agente perse un rene. Lo scandalo: non vedrà un euro

Christian Di Martino ottiene giustizia ma si becca la beffa: l’irregolare condannato non pagherà mai il risarcimento

poliziotto rianimazione

In questa storia convivono due scandali. O forse possiamo chiamarli i paradossi d’Italia. Il primo riguarda direttamente Hassine Hamis, il 37enne marocchino che l’8 maggio del 2024 cercò di ammazzare un poliziotto alla stazione Lambrate di Milano. Il giovane era irregolare sul territorio italiano, avremmo dovuto espellerlo o riportarlo indietro, “deportarlo” per dirla con Barack Obama, e invece è rimasto a Milano finché non ha quasi ucciso un agente colpevole solo di aver fatto il suo mestiere. Il secondo scandalo è ancor più odioso: benché ci abbia rimesso un rene, Christian Di Martino non vedrà un euro per il suo eroico gesto. Nulla di nulla. L’aggressore infatti è nullatenente e non verserà alcun risarcimento, mentre lo Stato non prevede coperture assicurative per questi casi dunque nessuno lo risarcirà.

Lo ha spiegato chiaramente l’avvocato Massimo Del Confetto, legale di parte civile del poliziotto, dopo la condanna a 12 anni e due mesi del marocchino. “Noi come parte civile non possiamo dirci soddisfatti – ha detto – perché l’ispettore andrà in giro per tutta la vita con un rene solo e, non essendo prevista una coperta assicurativa per gli accadimenti in servizio, non prenderà mai un euro”. Va detto che la Gup ha riconosciuto tutte le otto imputazioni contestate dalla Procura e ha disposto a carico dell’imputato una provvisionale da 5mila euro e un risarcimento da stabilire in sede civile. La cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 150mila euro, ma “si tratta in pratica di soldi di carta, Di Martino non vedrà un euro perché l’imputato è nullatenente”.

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I fatti risalgono allo scorso maggio. La sera dell’8 maggio 2024, durante il servizio, l‘agente Di Martino, insieme ai suoi colleghi, era stato chiamato a gestire una situazione di disturbo alla stazione di Lambrate. Giunti sul posto, i poliziotti si sono trovati di fronte Hamiks che mostrava segni di forte agitazione lanciando pietre contro i passanti e i treni fermi alla stazione. L’intervento degli agenti ha provocato una reazione violenta da parte dell’uomo, che ha iniziato a lanciare pietre anche contro di loro. Di Martino ha tentato di fermare l’uomo usando un taser, ma senza riuscirvi. La situazione è precipitata quando Hamiks ha estratto un coltello, attaccando Di Martino e colpendolo tre volte alla schiena. Nonostante le ferite, Di Martino ha proseguito il tentativo di fermare l’aggressore fino a quando, sopraffatto dalle ferite, è svenuto. Grazie all’intervento immediato dei colleghi, è stato possibile trasportare Di Martino all’ospedale Niguarda, dove è stato sottoposto a interventi chirurgici d’urgenza e posto in coma farmacologico per alcuni giorni.

Ieri il giudice per l’udienza preliminare Silvia Perrucci ha condannato Hamiks con rito abbreviato a 12 anni e 2 mesi, un po’ meno della richiesta avanzata dalla pm Maura Ripamonti (13 anni e 4 mesi).

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