Esteri

Guerra in Medio Oriente

Israele-Hamas, “uno a tre”: cosa prevede l’accordo sugli ostaggi

Ma Netanyahu precisa: “La guerra riprenderà dopo il cessate il fuoco”

Benjamin Netanyahu

Uno a tre: questo il criterio deciso per lo scambio di ostaggi tra Israele e Hamas. L’intesa riguarderebbe 50 tra minori israeliani e donne in cambio di quattro giorni di cessate il fuoco e 150 detenuti palestinesi. Secondo i media israeliani, l’accordo non comprende persone colpevoli di omicidio. Il Jerusalem Post fa sapere che il primo rilascio potrebbe avvenire già domani e della notizia sarebbero stati informati ministri di Netanyahu presenti alla riunione di gabinetto, nonostante le posizioni non allineate. Il ministro di estrema destra Ben-Gvir e Smotrich si oppongono alla fumata bianca, mentre il ministro Sàar è indeciso. Ma difficilmente ci saranno passi indietro.

Entrando nel dettaglio, l’accordo riguarda 30 bambini, 8 madri e altre 12 donne. Le prossime ore saranno decisive, ma filtra ottimismo: sei ospedali dello Stato ebraico (il Centro medico Sheba di Tel Hashomer, il Centro medico Shamir, gli ospedali Wolfson, Soroka e Ichilov e il Centro medico pediatrico Schneider) sono pronti a ricevere gli ostaggi. Nelle strutture in questione sono state allestite apposite aree per riceverli, separate dagli altri pazienti e dai media.

L’accordo sugli ostaggi è “una decisione difficile ma è una decisione giusta”, l’analisi del premier israeliano Netanyahu. Il primo ministro di Tel Aviv ha tenuto a precisare che l’intesa sugli ostaggi non mette in forse gli obiettivi della guerra, che proseguirà al termine del cessate il fuoco: “Siamo in guerra e continueremo finchè otterremo la distruzione di Hamas, il ritorno degli ostaggi e la rimozione di ogni minaccia da Gaza”. Netanyahu ha anche ha tenuto a elogiare l’azione del presidente statunitense Joe Biden: “Ha contribuito a migliorare il quadro dell’accordo presentato davanti a voi… per includere più ostaggi a un prezzo inferiore”.

Per quanto concerne i prigionieri stranieri nelle mani di Hamas, il patto prevede che la loro liberazione sia affidata a trattative separate tra il gruppo terroristico palestinese e i rispettivi Paesi a cui appartengono i rapiti. A tal proposito, il capo della Casa Bianca ha cambiato i suoi programmi: niente vacanze per il Thanksgiving a Nantucket, in Massachusetts, ma attesa per l’annuncio del rilascio degli ostaggi americani detenuti da Hamas a Gaza. L’Italia segue da vicino gli sviluppi con il ministro Antonio Tajani: “Ho incontrato i familiari degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas. Storie di vita, di dolore, di speranza. Ho assicurato loro il massimo impegno del governo italiano per la liberazione dei loro cari”.

Massimo Balsamo, 22 novembre 2023