Appunti sudamericani

Adesso l’Ue coccola pure le dittature

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Al summit coi paesi latinoamericani l’Europa coccola le dittature

All’incontro Ue-Celac accolti con tutti gli onori i rappresentanti di Cuba, Nicaragua e Venezuela. “Non denunciando i loro crimini la sinistra europea diventa complice dei regimi”.

Forse oggi pochi ricordano gli anni Settanta in America Latina, quando gli Stati Uniti in funzione antisovietica vi implementarono il Plan Condor ideato da Henry Kissinger senza preoccuparsi troppo dei diritti umani. Due note per rinfrescare la memoria su fatti che videro l’Italia in prima linea. Il primo riguarda il Cile di Pinochet, dove senza la coraggiosa azione di un allora giovane diplomatico, Enrico Calamai, 412 persone, di cui 50 bambini, sarebbero state uccise trasformando i piccoli in “figli di desaparecidos”. Calamai li ospitò nella nostra ambasciata di Santiago salvandoli e consentendo loro di fuggire in Europa.

Il secondo si riferisce invece ai Mondiali di calcio del 1978, quando l’inviato del Corriere della Sera Giangiacomo Foà fu richiamato da Buenos Aires dopo aver denunciato alcuni degli abusi della dittatura militare di Rafael Videla ed Emilio Massera, quest’ultimo iscritto alla P2. Anche per questa mancanza di volontà “informativa” nel descrivere le sue nefandezze, il regime argentino poté fare sparire migliaia di persone innocenti e rapire centinaia di loro figli. All’epoca, se si esclude Cuba (dal 1959) e per un breve periodo il Perù, in America Latina tutte le dittature erano “di destra”. Oggi il mondo è cambiato (a parte l’inossidabile Kissinger) e le dittature e i governi autoritari in America Latina sono tutti “di sinistra”.

Ma, come dimostra il Summit tra l’Unione Europea e la Comunità degli stati latinoamericani e caraibici (Celac) conclusosi martedì, c’è di nuovo un’inspiegabile ritrosia a denunciare abusi, torture i crimini contro l’umanità delle dittature. È stato accolto con il tappeto rosso il presidente de facto di Cuba, Miguel Díaz-Canel, che a Bruxelles ha ballato di fronte a una folla di funzionari e giornalisti plaudenti mentre fuori alcuni ricordavano all’Unione Europea che non si fanno affari, men che meno per salvare il pianeta in nome della rivoluzione verde, con dittatori che mantengono il 95 per cento della loro popolazione nella miseria.

Alla fine soltanto la Svezia (ora governata dalla destra ma già messa sulla graticola dai media mainstream durante la pandemia di Covid-19 quando era guidata dalla sinistra per le sue posizioni anti lockdown) ha chiesto di rivedere gli accordi di cooperazione di Bruxelles con il regime cubano, visto che non è stato raggiunto dal regime nessun obiettivo sul rispetto dei diritti umani e anzi, negli ultimi due anni la situazione è precipitata su questo fronte, con oggi 1.047 prigionieri politici, compresi oltre trenta minorenni. Qui l’articolo completo pubblicato su Tempi. 

Paolo Manzo, 21 luglio 2023


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