Politica

Albania, arriva il decreto per aggirare i giudici: le due ipotesi

Le due ipotesi del governo: inviare a Tirana gli irregolari trattenuti nei centri per il rimpatrio o dare tutto in mano ad Edi Rama

Meloni migranti Albania

Il governo italiano sembra essere determinato a riattivare immediatamente i centri albanesi di Gjader e Shengjin, nonostante sia prevista la sentenza della Corte di giustizia europea entro il 25 febbraio. E sta valutando l’ipotesi di modificare l’accordo con l’Albania, anche attraverso un decreto, se necessario. Questo rappresenterebbe un’estrema soluzione, togliendo la giurisdizione italiana su tali strutture, in base al trattato firmato con Tirana.

L’obiettivo è quello di escludere la competenza dei magistrati italiani nella gestione dei migranti da rimpatriare, dopo le ripetute bocciature dei trattenimenti da parte dei giudici dell’Immigrazione e della Corte d’Appello. Si stanno esaminando diverse ipotesi per far ripartire i trasferimenti di migranti, non solo quelli soccorsi in mare e provenienti da Paesi considerati sicuri, ma anche coloro che si trovano negli hotspot e nei centri di accoglienza in Italia.

Durante una riunione tenutasi venerdì scorso, è stata discussa la possibilità di trasformare i centri albanesi in centri di rimpatrio dedicati esclusivamente ai clandestini ritenuti non idonei a ottenere protezione internazionale in Italia. In sostanza ad andare lì non sarebbero i migranti appena sbarcati al fine di realizzare una analisi accelerata delle loro domande di asilo, ma gli immigrati già con un ordine di espulsione in mano. Altre opzioni sul tavolo sono la trasformazione in centri di accoglienza o la gestione diretta da parte dell’Albania, anziché da Roma.

Non solo. Il governo starebbe anche pensando al braccialetto elettronico per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese e fanno richiesta di protezione internazionale. Una misura alternativa alla detenzione nelle strutture ad hoc, ma pensata anche per evitare che i richiedenti asilo spariscano nel nulla una volta arrivati in Italia. Secondo quanto scrive il Messaggero la novità è contenuta in un emendamento del governo alla legge di delegazione europea all’esame del Senato approntato dagli uffici legislativi del Viminale.

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Nonostante l’attesa del parere della Corte di giustizia europea, l’esecutivo ribadisce la sua volontà di procedere. A tal fine, è stato programmato un altro vertice per esaminare anche la possibilità di un nuovo decreto legge in grado di fornire una soluzione giuridica affidabile, in seguito alle sentenze contrastanti dei giudici sui trattenimenti in Albania.

Tuttavia, le opposizioni si oppongono fermamente a questa linea. Simona Bonafè, capogruppo dem in Commissione Affari costituzionali alla Camera, accusa il governo di “perseverare nel tentativo inaccettabile di scegliersi i magistrati e riscrivere le regole in corsa”. Filiberto Zaratti, capogruppo Avs nella stessa commissione, sottolinea che il governo “si è cacciato in un pasticcio” e chiede di “smettere di sperperare i soldi degli italiani”.

In parallelo a questa situazione, si profilano le avvisaglie di una nuova ondata di partenze di migranti dalla Libia, un paese dove sono presenti circa 700 mila immigrati irregolari, secondo la “Relazione sulla situazione geopolitica del continente africano” approvata dal Copasir.

Franco Lodige, 10 febbraio 2025

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