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Anche Crozza distrugge il green pass

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Un monologo contro il green pass che forse non ti aspetti. Eppure in poco meno di 9 minuti, Maurizio Crozza ha messo alla berlina tutti i sacerdoti del lasciapassare mettendo a nudo tutte le contraddizioni del passaporto vaccinale.

Non si può certo affermare che Crozza sia un No Vax, complottista e sovranista. In fondo non lo sono nemmeno Red Ronnie, Cacciari, Vattimo, Barbero e Freccero. Solo che vengono dipinti così da chi pensa di stare dalla parte giusta della storia. “Noi siamo i buoni – esordisce Crozza – perché siamo vaccinati e tamponati, ma soprattutto siamo greenpassati”. Poi però sorge il dubbio: “Non sarà mica che stiamo facendo il tifo per la parte sbagliata? Avete presente nei film di fantascienza? Quelle società del futuro dove sono tutti ordinati, obbedienti e schedati?”. Ecco, di solito in questi film poi “ci sono due persone che si ribellano ad un mondo in apparenza perfetto. Ma che in realtà li rende tutti schiavi”.

https://www.youtube.com/watch?v=UfpcvL0tdJQ

Noi l’abbiamo sempre chiamata società orwelliana, Crozza usa il paragone dei film come The Island. Ma poco cambia. Il discorso è simile. “Chiariamoci – dice – Io non sono un No Vax. Io non sto con i No Vax”. Però “mi pongo delle domande”. Quali? “Il green pass dura 12 mesi. Io ho fatto la seconda dose di Pfizer, quindi mi dicevo: fino all’anno prossimo sto tranquillo. Sto in una botte di ferro, no? No”. L’efficacia del siero, infatti, s’è scoperto che si riduce dopo 4 mesi e quindi da lunedì scorso anche il comico rischia di finire in terapia intensiva. Da qui, due domandine. Primo: “Ma allora perché il mio green pass dura 12 mesi se dopo 4 posso essere ricoverato?”. Secondo: “Ma perché il tampone prima durava 48 ore e ora dura 72 ore? Lo hanno prorogato? Cos’è, un condono?

A far vacillare la sicurezza di uno come Crozza è stata l’enorme confusione creatasi attorno alla strumento del green pass. “È obbligatorio per andare a teatro, ma non per andare a messa – fa notare il comico – Sul Frecciarossa sì, sui treni regionali no. Gli Universitari sì, i liceali no. In aereo sì, in metropolitana no”. Che senso ha? Se poi ci aggiungi la ciliegina sulla torta, ovvero che nel resto d’Europa nessuno ha un green pass così duro, allora il quadro si fa davvero a tinte fosche. Per fortuna, Crozza ci ha fatto almeno un po’ sorridere.

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