Esteri

Allarme Fentanyl

Ancora Wuhan: la nuova arma cinese può distruggere l’Occidente

La guerra dell’oppio: così la Cina di Xi Jinping sta penetrando le nostre società per abbatterle dall’interno

Spiace constatare che anche stavolta aveva ragione Karl Marx. La storia si ripete due volte, ma la seconda non ha le sembianze di una farsa come voleva il filosofo di Treviri, assomiglia anzi ad una grande, tremenda tragedia. È il caso dell’arrivo nella società americana, e occidentale, di una nuova potente droga: il fentanyl. Essa è un oppioide, come la morfina, ed ha un potentissimo effetto di euforia misto a stordimento. Circa 80 volte più potente della morfina, induce in chi la consuma una dipendenza cento volte più violenta dell’eroina. Negli USA nel 2022 ha causato centomila morti. È in assoluto la droga più acquistata nel dark web. Ma perché dunque il riferimento a Marx?

Il dettaglio che desta interesse è che questa droga è prodotta per circa il 90% in Cina. Nel distretto di Wuhan nello specifico, un luogo maledetto da cui sono partiti molti mali recenti. In questa parte del paese del dragone si producono i principi attivi, la sostanza grezza, che poi viene esportata attraverso alleanze con i narcotrafficanti sudamericani che tagliano e raffinano la droga per poi venderla sul mercato.

Chi scrive ha visto con i propri occhi gli effetti devastanti che questa droga provoca in chi la assume e ne diviene dipendente; nella città di San Francisco è possibile vedere, in quasi ogni strada, frotte di esseri umani che di umano non hanno più nulla. Occhi vitrei, sguardo perso nel vuoto, piegati e ritorti su loro stessi. Alcuni perdono addirittura la facoltà di parlare quando la dipendenza diviene incontrollata.

Gruppi di tossici che marciscono nelle strade di una delle più ricche e importanti città d’America. Come in un film di zombie. Sono le vittime del fentanyl. L’agenzia antidroga americana ha definito il fentanyl “la peggiore minaccia chimica nei 247 anni di storia del paese”.

Il fatto che questa droga venga prodotta in Cina ed esportata negli Usa come strumento di penetrazione e distruzione sociale rende ancor più viva la frase di Marx. Infatti tra il 1839 e il 1860 fu la Cina ad essere vittima di questo stesso tipo di colonizzazione attraverso una droga. Furono gli anni delle guerre dell’oppio. L’impero britannico coltivava l’oppio nelle sue colonie in India e successivamente lo smerciava in Cina. Tale commercio si rese assai fruttuoso per l’Inghilterra e contribuì al progressivo sfaldamento della società cinese, i cui cittadini divennero presto e in larga parte tossicodipendenti, rendendo il paese più facilmente penetrabile ai traffici commerciali della Compagnia delle indie orientali.

Marx aveva vissuto in prima persona quegli eventi e in uno dei suoi scritti prodotti durante l’esilio londinese riportava quanto alcuni inglesi fossero indignati da questo tipo di commercio. Uno di essi affermava: “Il traffico degli schiavi era misericordioso a confronto di quello dell’oppio. Noi non distruggevamo i corpi degli africani perché era nostro interesse mantenerli in vita; non ne deturpavamo la natura, non ne corrompevamo lo spirito, non ne uccidevamo l’anima. Ma il venditore di oppio uccide il corpo e dopo aver corrotto, degradato e ucciso la coscienza morale di innocenti peccatori, mentre ogni ora che passa reca nuove vittime a un insaziabile Moloch, l’assassino inglese e il suicida cinese gareggiano nel sacrificare al suo altare”.

Le immagini degli effetti terribile dell’oppio sui tossicomani cinesi sembrano riportarci nelle strade di San Francisco. Ebbene, la storia si sta ripetendo. Sembra essere in atto una nuova guerra dell’oppio, stavolta a parti invertite. È la Cina ora a produrre la droga e a spargerla come un fatale morbo nelle città dell’Occidente al fine di contaminarle, distruggere il corpo e l’anima dei suoi cittadini (in particolare i giovani) per indebolire sempre di più la società. Lo stesso schema che usarono gli inglesi a fine ottocento.

Finora l’America si è difesa come ha potuto ma la penetrazione è forte e capillare. San Francisco somiglia ad una città popolata da zombie. New York non è da meno. In Europa questa droga non ha ancora preso piede ma è questione di tempo.

La nuova guerra dell’oppio si allargherà, come è già successo. Gli storici cinesi ritengono questa guerra l’inizio di quello che chiamano “il secolo dell’umiliazione cinese”, il periodo in cui il paese fu colonizzato prima dagli inglesi e poi dai giapponesi. Tutto a causa di un tessuto sociale indebolito, corrotto, devastato nel profondo. Attorno a queste tragiche memorie ruotano molte delle ossessioni di Xi Jinping. È probabile che i cinesi stiano usando contro gli occidentali lo stesso veleno che fu loro somministrato due secoli fa. Stavolta però il veleno è più forte e la resistenza occidentale assai più fiacca. La storia si ripete due volte, ma sempre come tragedia.

Francesco Teodori, 18 dicembre 2023

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