Giustizia

Apostolico, nessun “dossieraggio”. Chiederete scusa a Salvini?

Il video sul giudice alla manifestazione al porto di Catania nell’agosto del 2018 non sarebbe uscito da alcuna banca dati riservata

iolanda apostolico video

Un’altra batosta, l’ennesima, per la sinistra. L’ultima disfatta per i compagni riguarda il caso di Iolanda Apostolico, il giudice che ha sconfessato il decreto Cutro liberando diversi migranti e che vanta un passato da combattente anti-destra sui social e in piazza. A scatenare la rabbia di opposizione e giornali – Repubblica e La Stampa in prima fila – la diffusione da parte di Matteo Salvini di un video che riprendeva la toga a una manifestazione pro-migranti nell’agosto del 2018. “Dossieraggio”, il j’accuse in coro. Ebbene, oggi la Procura di Catania ha fatto chiarezza: il video non è uscito da alcuna banca dati riservata.

Come riportato da Repubblica, la Procura etnea ha chiuso l’inchiesta aperta tre mesi fa e le conclusioni sono amare per politici&stampa schierata: “Il video postato da Matteo Salvini che mostra la giudice Iolanda Apostolico mentre partecipa ad una manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti bloccati a bordo della nave Diciotti ad agosto 2018 al porto di Catania non proviene dagli archivi di alcuna forza di polizia”. Secondo gli inquirenti, la sequenza fu girata – non per motivi di servizio – da un carabiniere in servizio quel giorno che custodì il video e poi, nei giorni in cui il nome di Apostolico venne alla ribalta, lo diffuse in una chat di amici legati al deputato leghista catanese Antonio Carrà.

Il procedimento è stato archiviato perché “il fatto non costituisce reato visto che non si tratta di immagini prelevate da archivi delle forze dell’ordine”. Insomma, le chiacchiere della sinistra sul dossieraggio erano semplici fake news. Confermata in toto la linea tenuta dal governo in quei giorni, a partire dal premier Meloni: “Nessun dossieraggio sul giudice Apostolico, era a una manifestazione pubblica”. Ma è il caso di andare a ricordare alcune delle uscite più divertenti dei compagni, a partire dal verde Angelo Bonelli, in silenzio su Soumahoro ma in prima fila per presentare un esposto in per il video in questione “affinché verifichi se vi sia stata violazione dell’art.326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati”. Il deputato voleva fare luce su questo fatto: “Esiste presso il ministero degli Interni una banca dati che cataloga i cittadini, anche incensurati, che hanno partecipato a manifestazioni o eventi, e che uso viene fatto di questi dati?”.

Un altro grande esempio è quello del buon Peppe Provenzano, con il suo monito pseudo-complottista “nessuno è al sicuro”: “Prima, informazioni riservate carpite al 41bis e diffuse per colpire oppositori politici. Ora, l’utilizzo di video di 5 anni fa (conservati da chi?) per colpire una magistrata, che nessun comportamento discutibile può giustificare. È #dossieraggiodiStato”. Non si sono tirati indietro nemmeno gli amici grillini e l’immancabile Nicola Fratoianni, che chiedeva risposte neanche fosse un giudice: “Vorremmo sapere come mai arrivato nelle mani di un ministro e di un partito? Dicono che l’hanno preso in rete? Bene ci diano le fonti e lo dimostrino, perché a quanto pare quel video data la prospettiva, è palesemente e ragionevolmente girato durante quella manifestazione al porto della città siciliana dalle forze dell’ordine”. Tutti oggi faranno finta di niente, ma gli italiani non dimenticano certe figuracce.

Massimo Balsamo, 10 gennaio 2024

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