Esteri

Francia: la rabbia non si placa, quinta notte di scontri

A Parigi notte più calma ma a Marsiglia e Lione situazione ancora grave. Dall’inizio 1.311 fermi, 266 palazzi incendiati, 26 municipi, 24 scuole, 27 stazioni di polizia e caserme

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Parigi – Una notte “più tranquilla” a Parigi secondo il ministro dell’interno Gérard Darmanin ma la situazione in altre città come Lione o Marsiglia resta grave. In giornata a Nanterre si sono svolti i funerali di Nahel con momenti di tensione con la stampa che era stata invitata dai genitori di Nahel a non presentarsi.

Marsiglia

A Marsiglia distrutti diversi negozi, svaligiate concessionarie di moto, negozi di abiti e scarpe devastati, saccheggiata e svaligiata persino un’armeria con fucili e pistole. L’intervento delle teste di cuoio del RAID ha evitato il peggio. Poco prima di mezzanotte, un corteo di giovani incappucciati ha percorso il Boulevard National (3° arrondissement), dando fuoco ai cassonetti della spazzatura.

Al 142, il bar-tabacchi Bergerac è stato assaltato dai rivoltosi e soltanto l’intervento pronto delle forze speciali del RAID ha potuto far uscire indenne il gestore della tabaccheria che si era asserragliato nel negozio completamente devastato e saccheggiato. In tutte le principali città francesi ci sono stati scontri, incendi, devastazioni di grandi proporzioni.

Lione

Nella zona di Lione, la tensione è calata un po’ rispetto alle notti precedenti ma la situazione resta difficile. Nei quartieri periferici sono stati uditi colpi di mortaio nell’8° arrondissement, a Vénissieux, Villeurbanne e Vaulx-en-Velin. A Givors c’è stato un tentativo di irruzione in una mediateca come quella di Metz, completamente andata in fumo.

Parigi

A Parigi una grande presenza di polizia è stata dispiegata lungo gli Champs-Elysées, dove gli appelli a radunarsi erano circolati sui social network fin da venerdì. Lungo tutto il viale, piccoli gruppi di ragazzi incappucciati hanno percorso il viale sotto gli occhi dei CRS davanti ai negozi, bersaglio preferito dei rivoltosi in molte città, le cui vetrine erano protette da ringhiere o assi di legno. Per la capitale sono stati dispiegati 45.000 poliziotti e gendarmi. Secondo un rapporto provvisorio del Ministero dell’Interno ieri notte sono state arrestate 486 persone in tutto il Paese, di cui 126 solo a Parigi e nella sua periferia.

Gli appelli ai genitori

Intanto, Azzédine Gaci, rettore della moschea di Villeurbanne, sollecitato dalle autorità a far sentire la propria voce, ha invitato i giovani delle banlieue alla calma: “La morte inaccettabile e imperdonabile di Nahel non può giustificare i danni – ha dichiarato in un comunicato stampa – i saccheggi, il vandalismo e gli altri attacchi, che hanno raggiunto un livello di violenza spaventoso”, ha continuato l’imam.

Ha fatto appello “a tutte le persone di buona volontà, e in particolare ai genitori, affinché non lascino i loro figli minorenni (il 30 per cento dei rivoltosi arrestati, ndr) in giro all’aperto e si assicurino che tornino a casa prima di sera”.

Ieri, era stato il ministro della giustizia, Eric Dupont-Moretti, ad invitare i “genitori” dei minorenni che hanno partecipato agli scontri ad assumersi le proprie responsabilità: una “responsabilità civica e morale”, ma anche “se non bastasse, un obbligo legale”.

Biblioteca di Metz in fumo

Grande stupore ed incomprensione continua a regnare nel quartiere Borny di Metz (Lorena) sabato dopo l’incendio della mediateca avvenuto venerdì sera. “È un cataclisma incredibile, l’intera biblioteca è bruciata”, ha dichiarato disperato Patrick Thil, vicedirettore della cultura. “L’anno prossimo avremmo festeggiato il nostro 30° anniversario. Avevamo raddoppiato lo spazio perché i giovani dei quartieri che volevano lavorare, studiare e leggere potessero avere un’oasi di pace. È assolutamente incomprensibile, equivale a distruggere le proprie strutture”.

Dall’inizio delle proteste ci sono stati 1311 fermi, 266 palazzi incendiati di cui 26 municipi, 24 scuole, 16 stazioni di polizia ed 11 caserme della gendarmeria. E quando vanno a fuoco scuole e biblioteche, è la barbarie che avanza.

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