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Il mistero della nave-traghetto made in Italy diventata una nave da guerra iraniana

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Secondo quanto riportano alcuni siti specializzati in questioni marittime, la nuova nave da guerra iraniana Shahid Rudaki sarebbe nient’altro che l’ex nave cargo Altinia, costruita dai Cantieri Visentini nel 1992.

Questa nave, a detta di shippingitaly.it, sarebbe stata rivenduta lo scorso anno alla Giovanni Visentini Transporti Fluviomarittimi per due milioni di dollari. Da qui, in qualche modo, questa nave ro-ro (roll-on/roll-off, una nave-traghetto) sarebbe arrivata a Teheran e trasformata in una nave da guerra, presentata al pubblico qualche giorno fa.

Questa informazione viene confermata su Twitter anche da Jeremy Binnie del Jane’s Defense Weekly, che ha postato le immagini di confronto tra le due imbarcazioni.

Ma se confermato che si tratta della stessa nave (come pare evidente), come è potuta arrivare in Iran? Improbabile che avremo mai una risposta certa, ma le informazioni pubbliche sul web possono forse darci qualche indicazione.

Secondo il sito ship2shore.it, la nave Altinia non ha avuto solo questo nome. Sul web, facendo una breve ricerca, si scopre che la Altinia – quando ancora si chiamava cosi – batteva bandiera delle Comore.

In seguito, la nave ha cambiato nome in Galaxi F. Cercando online, si viene a sapere che lo scorso agosto la Galaxi F. si trovava già in Iran, come nave cargo, e che dopo un viaggio di 17 giorni dal porto di Isoico era arrivata a Singapore. Da qui, sempre seguendo quanto riporta marinetraffic.com, la nave sarebbe dovuta tornare in Iran, precisamente al porto di Bandar Abbas. Diversamente dalla Altinia, la Galaxi F. batteva bandiera panamense. Lo stesso sito marinetraffic.com conferma ufficialmente che la Galaxi F. era la ex-Altinia.

Ancora marinetraffic.com riporta che la Galaxi F. ha una lunghezza di 150 metri e una larghezza di 21,6 metri. Le stesse misure rinvenibili online della nave militare iraniana Shahid Rudaki.

Infine, un ultimo punto: la nave Galaxi F. potrebbe essere stata riconvertita in nave militare proprio nel porto di Bandar Abbasi. Qui infatti, ha sede la Bandar Abbas Pars Ship Reparing Company, una società nata nel 2006 dalla partnership tra la compagnia di navigazione Irisl e la Isoico. Ufficialmente la compagnia nasce con il compito di riparare navi di grandi dimensioni.

Ma la Irisl è anche una società soggetta a sanzioni internazionali, per il suo ruolo nell’assistere il regime iraniano nello sviluppo del programma missilitisco e nucleare. Ecco, quindi, l’ennesimo caso che mostra come non esistano business con il regime iraniano senza rischiare di ritrovarsi complici di aver esportato nella Repubblica Islamica tecnologia dual use. La questione ora è capire chi tecnicamente ha venduto quella nave e da dove è arrivata l’autorizzazione alla transazione. Perché chi lo ha fatto, ha violato delle sanzioni internazionali.

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