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Immigrazione e sbarchi: ci voleva tanto?

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Ci sono quelli che non riescono proprio ad accettare e metabolizzare la presenza al governo del Paese della strana coppia Salvini-Di Maio, ma, anziché svolgere un’opposizione utile al servizio degli italiani, perché anche il ruolo dell’opposizione è importantissimo in una democrazia, si attaccano a stupidaggini pur di dimostrare all’Italia e probabilmente anche a loro stessi di essere ancora vivi, evocano il fascismo e sperano ogni minuto in un clamoroso passo falso dei governanti, così potente da far esplodere un irrimediabile e globale sputtanamento.

Tuttavia, per fortuna, c’è anche chi non è mai stato e non è particolarmente vicino a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio, pertanto non si aspetta nemmeno grandi cose da costoro, ma ha almeno l’intelligenza di rispettare i risultati elettorali ed è pronto a valutare, caso per caso e senza pregiudizi ideologici, l’azione del Governo Conte. In parole semplici, se Salvini-Di Maio lavorano male, lo si dice senza sconti, ma se azzeccano qualcosa che peraltro può essere un bene per tutta la nazione e non solo per Lega e M5S, beh, lo si riconosce con onestà intellettuale. Le persone che animano Atlantico, fanno parte della seconda categoria. Ed onestamente, è necessario ammettere come il ministro dell’interno Matteo Salvini, impedendo alla nave Aquarius, con circa 600 migranti a bordo, di attraccare in territorio italiano, abbia riportato non solo una vittoria politica, bensì un risultato pratico che può aiutare a cambiare la gestione complessiva delle ondate migratorie e a rivedere l’approccio europeo.

Dopo i respingimenti spagnoli, i controlli francesi alle frontiere e i continui no della piccola Malta, il cui primo ministro Muscat ha pure la faccia tosta di accusare l’Italia di violazione delle leggi internazionali, mentre il suo Paese, ancor prima della vicenda Aquarius, nega da anni qualsiasi tipo di ospitalità, anche il ventre molle dell’Europa inizia a dire di no e costringe finalmente l’Ue ad occuparsi di un dramma che è appunto europeo e non soltanto italiano. Se Roma si impone e non accetta passivamente di accollarsi da sola la gestione di un fenomeno troppo grande per un Paese come l’Italia, che non ha dimensioni continentali e nemmeno sufficiente benessere per tutti, Bruxelles, pur se controvoglia, deve prima o poi riorganizzarsi sul fronte dell’immigrazione proveniente dall’Africa. Qualche strappo è necessario, altrimenti a nessuno viene in mente di mutare uno status quo che fa comodo a molti in Europa.

Peraltro, la mossa di Salvini non è nemmeno così trascendentale e pure i predecessori al Viminale del leader leghista avrebbero potuto adottare scelte simili. A parte qualche reprimenda destinata ad esaurirsi nel giro di qualche tempo, non sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale così come non sta scoppiando ora. Se non si è faziosi, nemmeno a livello umanitario è possibile imbastire troppe polemiche perché diverse motovedette italiane si sono recate presso l’Aquarius per portare rifornimenti e verificare le condizioni di salute delle persone a bordo della nave che, ricordiamo, non è un canotto alla deriva prossimo ad affondare. Naturalmente il ministro dell’interno e il resto del Governo dovranno tenere il punto anche oltre questa singola emergenza, perché se non dovesse esserci una duratura inversione di rotta, potremmo pensare ad un gesto puramente politico e propagandistico

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