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Khamenei nega agli iraniani i vaccini occidentali: la narrazione del regime anteposta alla salute dei cittadini

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Lo scorso 8 gennaio, l’ayatollah Khamenei ha preso una decisione molto importante e grave allo stesso tempo per gli iraniani: la Guida Suprema ha emesso una fatwa, vietando l’importazione in Iran dei vaccini anti-Covid prodotti negli Stati Uniti e nel Regno Unito. La sua decisione ha avuto un effetto immediato: la spedizione di 150 mila vaccini della Pfizer in arrivo in Iran grazie ad una donazione di alcuni filantropi è stata immediatamente cancellata.

La decisione di Khamenei è grave perché proprio i vaccini prodotti negli Stati Uniti e nel Regno Unito – Pfizer, Moderna e Oxford/Astrazeneca – sono i soli ad oggi veramente verificati dagli organi sanitari internazionali (al contrario dei vaccini prodotti in Cina e in Russia, la cui validità è ancora tutta da testare e sulle cui fasi sperimentali resta un alone di mistero).

Mike Ryan, direttore esecutivo dell’OMS per le emergenze sanitarie, ha condannato duramente la decisione iraniana, definendola “politicamente motivata”. Una decisione che colpisce uno dei Paesi che più ha sofferto per la pandemia e che provocherà la morte di migliaia di innocenti cittadini iraniani.

La decisione di Khamenei è una indiretta conferma di quanto abbiamo sempre denunciato: le sanzioni americane sui prodotti farmaceutici non esistono. Se finora il regime iraniano non ha ottenuto i farmaci necessari per curare la sua popolazione, le ragioni sono semplicemente le tre seguenti:

  1. i Pasdaran controllano parte del mercato farmaceutico iraniano e non hanno intenzione di dividere la fetta del profitto;
  2. il regime iraniano non ha rispettato le condizioni imposte dal FATF per uscire dalla lista nera anti-riciclaggio, quindi facendo affari con Teheran, le aziende straniere (anche farmaceutiche) rischiano di favorire il riciclaggio di denaro ed essere colpite da sanzioni secondarie;
  3. il regime iraniano ha il massimo interesse a raccontare che le sanzioni impediscono l’import di farmaci, al fine di perpetuare la narrazione del “terrorismo umanitario” e del “terrorismo economico”.

È quindi Khamenei a negare ai cittadini iraniani il diritto di avere vaccini sicuri ed efficaci. L’unico “terrorismo sanitario”, infatti, è proprio quello della Guida Suprema iraniana, colpevole di preferire la perpetuazione di una fallace narrazione ideologica, per meri fini politici, alla salvezza del suo stesso popolo. Senza contare che, considerato l’alto livello di corruzione esistente nella leadership iraniana, è abbastanza probabile che le massime cariche della Repubblica Islamica si vaccineranno di nascosto con vaccini occidentali, lasciando alla gente comune vaccini di terzo livello, con effetti drammatici sulla salute nazionale.

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