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La politica che gode a rendere difficile la vita dei cittadini

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Nel mondo democratico e sviluppato gli italiani rientrano a pieno titolo fra quei popoli più tartassati da un fisco iniquo e mortificati da uno Stato quasi ostile, che offre una contropartita il più delle volte insufficiente in termini di servizi pubblici resi in base alle imposte richieste. Se alla voracità fiscale aggiungiamo la mancanza di crescita economica ed una politica più attenta ai giochi di palazzo che ai sentimenti diffusi nell’elettorato, possiamo ben comprendere come i cittadini dello Stivale non abbiano molte ragioni per vivere in piena serenità. Purtroppo constatiamo e ripetiamo sino alla noia tutto ciò da molti anni ormai, ma non si può fare altro che continuare a denunciare la realtà italiana, vittima di un logorio in apparenza inarrestabile.

Come se non fossero sufficienti le numerose sofferenze già inflitte al contribuente, alcuni amministratori locali, anche delle più importanti città del Paese, si prodigano in nuove vessazioni liberticide per complicare ancor di più l’esistenza quotidiana delle persone. Pare che una certa politica tragga piacere dal posizionare periodicamente nuovi ostacoli ed inutili noie nella vita del cittadino. Quando inizia l’inverno i sindaci delle maggiori città italiane realizzano all’improvviso di vivere in luoghi molto inquinati, e reagiscono sempre allo stesso modo, ovvero tramite il terrorismo ideologico nei confronti delle automobili, soprattutto di quelle alimentate a gasolio. Questo inverno sono state raggiunte vette di assurdità piuttosto elevate. Le “sindache” grilline di Torino e Roma sono arrivate a vietare la circolazione alle auto diesel euro 5 ed euro 6, cioè a mezzi recenti o quasi nuovi. Al di là delle teorie “gretine” spacciate per verità assolute, tutto è discutibile, dal riscaldamento climatico alla sua correlazione con l’inquinamento e l’impatto delle automobili, anche di quelle più datate, ma ammettiamo per un attimo la presunta nocività dei motori diesel di vecchia generazione. Ecco, riconoscendo questo, non si capisce però perché ci si accanisca anche sulle motorizzazioni a gasolio di nuova concezione, teoricamente più pulite dal punto di vista ambientale. Se le auto diesel contemporanee sono tanto pericolose per l’ambiente quanto quelle che venivano prodotte negli anni Ottanta-Novanta, allora se ne vieti la vendita, pensiamo provocatoriamente, così i consumatori-automobilisti eviteranno di spendere ingenti somme di denaro per un mezzo costretto a rimanere in garage in alcuni periodi dell’anno.

La politica e taluni sindaci scelgono la via, per loro, più comoda, tanto per dimostrare un qualche attivismo a favore dei polmoni dei cittadini, e non importa se i disagi arrecati e i costi superano di gran lunga i benefici. È senz’altro più facile firmare una breve ordinanza che impegnarsi sul fronte del potenziamento del trasporto pubblico, spesso più vetusto ed inquinante delle automobili, e delle infrastrutture stradali (qualsiasi auto, anche la più moderna, inquina maggiormente se costretta a muoversi a passo d’uomo nel traffico, e sappiamo quanto le nostre città siano ostaggio di colonne perenni di veicoli).

C’è chi, come il sindaco di Milano Beppe Sala, per ridare l’infanzia a Greta Thunberg e per l’evidente sadismo nei confronti degli italiani, si fa venire in mente delle idee bizzarre come il divieto di fumo all’aperto. La proposta è talmente sciocca da provocare nell’immediato una grassa risata, anche perché sarebbe ispirata dalla difesa della qualità dell’aria e a questo punto dovremmo prendere provvedimenti pure verso chi soffre di meteorismo o ha un rapporto difficile con acqua e sapone. Tuttavia, bisogna scandalizzarsi perché il sindaco di Milano si permette di limitare la libertà a persone le quali, fumando una sigaretta o un sigaro all’aperto, non danneggiano davvero nulla e nessuno, se non loro stesse, ma le scelte individuali non sono di sua competenza. Beppe Sala appartiene al centrosinistra e com’è noto, Torino e Roma, dove entrano in vigore i blocchi del traffico più indiscriminati, sono governate da due militanti del M5S, ormai ben inserito a sinistra. Emerge quindi lo storico approccio rosso-talebano delle soluzioni più semplici per chi amministra, ma colmo di disagi, divieti ed obblighi a carico del popolino, che peraltro necessita, secondo lor signori, di una costante rieducazione.

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