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I paradossi, spesso tragici, di un’Italia fondata sulla burocrazia

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Il tragico incidente avvenuto presso una discoteca di Corinaldo, in provincia di Ancona, in cui hanno perso la vita sei persone, una giovane mamma e cinque ragazzini di quindici anni circa, sta ponendo numerosi interrogativi. Ci si domanda come alcuni genitori possano dormire sereni a casa, con un figlio o una figlia minorenne che vaga fino al mattino per locali notturni, abusando spesso di alcol e talvolta di droghe. Questa è l’angoscia più importante e più comprensibile, di chi non vuole certamente tornare alle cinghiate patriarcali di tanto tempo fa ed anzi, riconosce il diritto al divertimento di giovani e giovanissimi, e tuttavia nota come l’età nella quale si inizia ad uscire la sera, a frequentare concerti e discoteche, a ritagliarsi quindi diverse ore di totale indipendenza dai genitori, sia scesa di parecchio e ciò presenta dei rischi.

Poi, vi sono coloro i quali invitano alla riflessione sul messaggio “deviato” di Sfera Ebbasta, ovvero il rapper o trapper che dir si voglia, senz’altro discutibile, il quale si sarebbe dovuto esibire proprio nella discoteca di Corinaldo, teatro della tragedia. A questo proposito, è meno facile capire il dibattito, perché anzitutto questo personaggio non ha colpe per il collasso della ringhiera e tantomeno per il demente, forse anche un po’ delinquente, dello spray al peperoncino. Lui fa il suo, ma certi genitori probabilmente non fanno il loro.

Infine, si sta discutendo sul probabile sovraffollamento del locale al momento del grave incidente. Gli inquirenti stanno svolgendo le necessarie verifiche ed è presto per sputare sentenze, ma sembra che vi fossero più persone del consentito. Almeno su Atlantico, il garantismo è sempre un valore e non una cosa da usare soltanto quando torna utile, quindi nessuna caccia alle streghe verso i gestori della discoteca di Corinaldo, tanto meno nei confronti dei loro colleghi del resto d’Italia. Tuttavia, deve esserci qualche problema circa il rispetto delle norme sulla capienza dei locali notturni, se subito dopo il grave accadimento di Corinaldo le autorità hanno provveduto a far chiudere ben due discoteche nel salernitano, colme di clienti oltre i limiti. In questo Paese si corre ai ripari, ahinoi, soltanto se ci scappa il morto.

Tutto ciò fa pensare e permette di allargare il discorso alle varie assurdità e ai paradossi dell’Italia di oggi, ma anche dell’altro ieri. Insomma, siamo noti per la burocrazia e i tanti cavilli implacabili che complicano la vita a famiglie ed imprese, ma al tempo stesso abbiamo zone d’ombra o di buio completo dove i controlli sono assenti e determinati soggetti non temono l’infrazione della legge. È un sistema schizofrenico che terrorizza inevitabilmente gli onesti, spingendoli in molti casi, per esempio, a rinunciare ad essere imprenditori, però non fa paura a quegli avventurieri sicuri di trovare sempre una scappatoia. È la burocrazia, che si incaponisce sulla pagliuzza e non vede la trave. Magari, tanto per dire, va a verificare sino allo sfinimento se in un locale pubblico di prossima apertura le apparecchiature soddisfano le norme europee, ma poi si disinteressa che dopo, sempre nel medesimo luogo, venga fatto accedere qualche centinaio di persone in più del dovuto. Quando inizierà, questo benedetto Paese, ad imparare da altre realtà e latitudini nelle quali le regole sono poche e semplici, ma sono diffusamente rispettate perché non conviene fare altrimenti?

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