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Simon Case: ecco chi è il nuovo Cabinet Secretary di Boris Johnson

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La lunga ricerca si è conclusa. Boris Johnson e il suo governo hanno nominato un nuovo capo di Whitehall, così come viene definita la pubblica amministrazione britannica. Dal primo di settembre il nuovo Cabinet Secretary e capo del civil service di Sua Maestà è il 42enne Simon Case, nominato dopo l’addio di Mark Sedwill in presunto contrasto con i Tories sulla Brexit e, soprattutto, sull’implementazione dell’agenda post-Brexit.

Quello di Cabinet Secretary è un ruolo fondamentale nella macchina del “governo permanente” britannico. Un ruolo che non ha corrispettivo nel panorama italiano, dove è spacchettato in alcune funzioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e nei segretari generali e capi di gabinetto dei ministeri. Cosa fa esattamente un Cabinet Secretary? Consiglia il primo ministro e il governo, detta l’agenda del Consiglio dei ministri, sovrintende alla realizzazione del programma di governo e decide le promozioni all’interno della PA britannica. Un factotum che la satira ha ribattezzato CMG: Call Me God, che è anche l’acronimo di un’onorificenza conferita dalla Regina.

Case è stato scelto tra i membri dell’inner circle di Johnson, avendo lavorato con lui a Downing Street nel suo staff durante la crisi del coronavirus. Nonostante la giovane età – rilevata anche da uno dei suoi più illustri predecessori, lord O’Donnell – ha già accumulato un’esperienza notevole per un civil servant: nel 2006 è entrato a Whitehall come consulente del Ministero della difesa. Poi negli anni successivi ha lavorato nei ministeri britannici più importanti con vari ruoli: nel Cabinet Office, nell’Ufficio per l’Irlanda del Nord, nel segretariato per le Olimpiadi di Londra del 2012 e nei servizi segreti all’interno del GCHQ, il Government Communications Headquarters che ha sede a Cheltenham. Nel 2012 è stato segretario particolare dell’allora premier David Cameron. Negli anni più recenti è stato parte del team che ha curato le trattative per la Brexit ma nel 2018 è stato nominato segretario particolare del Principe William, in un momento molto delicato in casa Windsor, che è coinciso con la faida tra i Cambridge e i Sussex.

Il suo arrivo segna un cambio di passo nella strategia di riforma del civil service portata avanti dal ministro per il Gabinetto, Michael Gove e dallo stesso Johnson, ansioso di trovare un top mandarin più in linea con la strategia politica e geopolitica del suo esecutivo imperniata sulla Global Britain. Un cambio che segna una nuova linea di discontinuità a Whitehall dove sono già 5 i permanent secretaries – segretari generali dei ministeri – ad avere annunciato le dimissioni o a essere stati sostituiti nei primi mesi del governo Johnson. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello del Ministero dell’istruzione, congedato dal ministro Gavin Williamson dopo il caos relativo agli esami degli studenti e alla riaperture delle scuole. Ma la casualty più celebre del ricambio è stato – oltre al già citato Sedwill – il capo del Foreign Office, Sir Simon McDonald, sostituito da Sir Philip Barton nell’ambito della riorganizzazione del Ministero degli esteri in un super-ministero che comprende anche la cooperazione internazionale.

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