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Traslochi, alleanze e nuovi amori: nell’estate siciliana tutto è possibile

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Saranno i quaranta gradi, sarà che la stagione di Draghi sta mettendo insieme il diavolo e l’acqua santa, rimescolando le carte, ma in Sicilia ultimamente la politica sta dimostrando ancora una volta che annoiarsi è difficile e che tutto, anche l’impossibile, può diventare possibile. E dire che da decenni l’isola viene osservata da molti come una sorta di “laboratorio” in cui si definiscono strategie e si delineano equilibri destinati ad estendersi in tutto il paese. In questo caso, però, la sceneggiatura non sembra tanto essere quella di un film futuristico, di quelli in cui le auto volano e ci si legge nel pensiero, quanto di una pellicola all’italiana, dal retrogusto pirandelliano.

Ma andiamo con ordine. L’isola andrà al voto per le amministrative e le regionali tra un anno, ma i partiti sono già in fermento da tempo, intenti a non farsi trovare impreparati all’appuntamento elettorale. Se da un lato, il centrodestra sembra pronto a sostenere la ricandidatura del presidente uscente Nello Musumeci (con qualche mugugno interno da verificare), sul fronte opposto, Pd e 5 stelle stanno tentando la strada comune, non senza difficoltà e problemi. Nel mezzo, il mare magnum di moderati e centristi, tutti pronti a dire la propria, tutti pronti a collocarsi nella posizione più comoda possibile e marciare verso il successo.

A tal proposito, in questi giorni fa scalpore il nuovo posizionamento di due big della politica etnea, Luca Sammartino e Valeria Sudano. Deputato all’Ars lui (campione di preferenze nel 2017), senatrice lei, hanno entrambi un passato da centristi. Poi i due – coppia nella politica e nella vita – si sono arruolati tra i renziani di Sicilia e sono rimasti fedeli all’ex premier fiorentino fino a qualche giorno fa. Con lui, infatti, hanno contribuito a fondare Italia Viva, di cui erano diventati i massimi esponenti nella Sicilia orientale. Negli ultimi mesi, l’insofferenza verso il gruppo riformista era stata notata da molti, tanto che si erano paventati ulteriori traslochi verso altre forze politiche, tutti prontamente smentiti. Alla fine, però, entrambi hanno deciso di fare il grande salto e atterrando dall’altra parte della barricata (sul fronte destro, questa volta) si sono accomodati sul Carroccio di Salvini, una realtà che in terra sicula sta assumendo tratti sempre più moderati e regionalisti. Un trasloco da un Matteo all’altro Matteo, destinato a far discutere, che non cambia granché negli equilibri nazionali, ma che va ad ingrossare la maggioranza di Musumeci.

Italia Viva sta quindi subendo un momento fortemente travagliato in Sicilia, e l’affaire Sammartino-Sudano non è l’unico che conferma questa situazione. Nei giorni scorsi, infatti, si è aperto il cantiere centrista in vista del 2022. L’obiettivo? Creare convergenze tra renziani, Udc, Coraggio Italia, Popolari (che fanno riferimento all’assessore Cordaro) e moderati vari, magari con la prospettiva di una lista unica che – se dovessimo guardare ai numeri della scorsa tornata – potrebbe superare agevolmente il 10 per cento e spingersi anche sopra il 15. Nessuna decisione è stata ancora presa: restano da chiarire le modalità con cui alcuni pezzi di centrosinistra dovrebbero avvicinarsi a Musumeci, il rapporto coi liberali di +Europa (che potrebbero essere della partita) e con gli altri “cespugli” dell’area moderata. Insomma, l’incertezza regna ancora sovrana ma ciò che emerge chiaramente è il progressivo allontanamento di quel mondo riformista dalla sinistra filo grillina. Pesa ancora la disastrosa esperienza di Governo guidata da Rosario Crocetta, fanno paura le pretese dei Cinquestelle, ormai praticamente a un passo dall’imporre candidati nel centrosinistra.

E se parliamo di grillini, non possiamo non menzionare l’eclatante (ed ennesima) piroetta di Giancarlo Cancelleri. Il sottosegretario ai trasporti, due volte battuto nella corsa alla presidenza della regione, è ormai noto per le sue gaffes e i suoi ripensamenti politici. Prima odiava il Pd come la peste nera, poi è entrato in due governi a partecipazione Dem, arrivando a fare i tour elettorali con il segretario democratico in Sicilia; prima anti ponte sullo stretto, poi grande sostenitore del progetto; prima grillino, poi pronto a mollare grillo per andare con Conte… e l’elenco potrebbe a lungo continuare.

Ora Cancelleri ha avuto l’ennesimo pentimento e folgorato sulla via di palazzo d’Orleans, temendo forse di dover abbandonare l’appagante vita da uomo di governo, ha paventato un’ulteriore piroetta: “Non solo col Pd, alleiamoci pure coi moderati siciliani”. Un invito non troppo velato rivolto ai centristi e a Forza Italia, per replicare quel “modello Draghi” (ma senza sovranisti) anche sull’isola. Insomma, detto in parole povere, “facciamo tutto pur di non andare a casa”. Una presa di posizione che gli è costata valanghe di critiche da parte di alcuni esponenti di quel Movimento che lo stesso Cancelleri dovrebbe guidare in Sicilia ma che sembra scappargli da tutte le parti. C’è da dire però, che tra il dire e il fare i Cinquestelle hanno sempre avuto un grande talento per i ribaltoni. E questa volta potrebbe essere la legge elettorale l’unico deterrenze ad alleanze con chiunque pur di non mollare le poltrone.

Insomma, l’estate è ancora lunga, il caldo è forte e in Sicilia non ci si annoia mai. Resta da capire come queste novità influenzeranno gli schieramenti nei prossimi mesi e se questi nuovi amori resteranno cottarelle estive o veri e propri affetti stabili.

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