Articoli

Bankitalia e Sanremo: poi si chiedono perché il populismo cresce

Articoli

Dimenticate per un momento Salvini, Di Maio, il loro governo, e le vostre opinioni (positive, negative, o magari indecise, ecc) sulla maggioranza gialloverde. Del tutto a prescindere da loro, concentriamoci invece per un istante sulle ultime 36 ore di comunicazione (tv, giornaloni, social network) della sinistra e dei suoi intellettuali di riferimento.

Due temi all’ordine del giorno.

Primo: la difesa sacrale del board uscente di Bankitalia, uscito indenne – come si sa – solo grazie all’imperizia di Matteo Renzi che, attaccando nei tempi e nei modi sbagliati il governatore Visco, ottenne il risultato di blindarlo a via Nazionale. Ma nessuno può dimenticare gli errori di valutazione, le falle nella vigilanza, e i lunghi anni in cui veniva cantata la canzone della “solidità del nostro sistema bancario”. E invece che fa ora la sinistra, in odio al governo? Si incatena al direttorio della Banca d’Italia.

Secondo tema, più pop: Sanremo. Qui si raggiungono vette inesplorate, con giornaloni e intellettuali che esultano su Twitter perché la “giuria di qualità” ha ribaltato il voto popolare e ha fatto vincere l’italoegiziano Mahmood. Praticamente il sogno dei cosiddetti “competenti”: bypassare gli elettori, scavalcare il popolo, e far decidere tutto a un pugno di autoproclamati esperti, chiamati a “rieducarci” in nome dell’integrazione, dell’accoglienza, dell’occhiolino all’Islam.

Poi si sorprendono perché il populismo monta, Salvini cresce, eccetera. Ma farebbero bene a domandarsi se non siano loro la benzina più potente, il supercarburante nel motore della grande rabbia degli ultimi, dei dimenticati, delle periferie.

Daniele Capezzone, 11 febbraio 2019

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli