Cronaca

Basta fesserie: il Covid non pregiudica la carriera degli sportivi

Il caso dello sciatore Johannes Hosflot Klaebo stronca qualsiasi visione trascendentale dell’infezione da Sars-Cov-2: ecco perché

variante covid © bowie15 e Photocreo tramite Canva.com

Ho sempre seguito con grande interesse le dirette di Franco Bragagna, forse il più acculturato telecronista sportivo di mamma Rai. Proprio per questo mi auspico che l’ottimo giornalista padovano riesca prima a poi a liberarsi di una anacronistica ossessione per il Covid, evitando di continuarne a trasmettere la pericolosa eccezionalità come se si trattasse di male talmente oscuro da arrivare a compromettere l’intera stagione agonistica di un atleta di livello mondiale.

Tant’è che sabato scorso, mentre il nostro commentava una 20 km maschile di sci di fondo, in quel di Trondheim in Norvegia, ha ribadito un tormentone che, per la cronaca, ripete quasi in fotocopia da parecchio tempo. In particolare, segnalando l’assenza di qualche atleta italiano a causa dei tipici malanni invernali, ha tenuto a precisare l’importanza di stabilire se siano semplici affezioni respiratorie o Covid, quasi che, pur denunciando i medesimi modesti sintomi, la semplice presenza del Sars-Cov-2 nel corpo di un campione sarebbe tale da pregiudicarne a lungo le relative prestazioni sui campi di gara. E proprio da questo punto di vista Bragagna è letteralmente caduto dal pero, come si suol dire, poiché ha dovuto commentare per il secondo giorno consecutivo la schiacciante vittoria di Johannes Hosflot Klaebo, beniamino di casa e grande favorito per la conquista dell’ambita Coppa del Mondo.

Infatti, l’atleta era risultato positivo al Covid alcune settimane addietro, pur non presentando sintomi di particolare gravità, sospendendo per alcuni giorni gli allenamenti (cosa che ai massimi livelli di una disciplina di resistenza è sufficiente a mandarti nelle retrovie del gruppo). Ebbene, il nostro Bragagna ne approfittò per segnalare i gravi effetti che, testualmente, “gli schiaffi del Covid” causerebbero a lungo sul rendimento degli stessi atleti. E non stiamo parlando dell’inverno del 2020, bensì del primo weekend della stessa Coppa del Mondo svoltosi in Finlandia dal 24 a 26 novembre scorso, in cui il citato campione norvegese si presentò piuttosto sotto tono. Tuttavia, nel giro di due settimane Klaebo ha ripreso a vincere con una facilità disarmante, mandando abbastanza in confusione il nostro amato telecronista, a cui questa volta i conti virali proprio non sembrano tornare, visto che ha dovuto ammettere che “il fondista norvegese pare, dopo il Covid, tornato più forte di prima”.

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Ora, la visione trascendentale (che in quanto tale non sembra tenere in conto alcun elementi eclatanti, come quello che ci dice che nessun campione dello sport, anche nelle fasi più acute della pandemia ha sviluppato una forma grave del Covid-19) della malattia che ne dà Bragagna, analogamente a tanti altri personaggi pubblici, appare ben radicata nella sua mente, sebbene il popolare telecronista, in merito a tanti altri argomenti extra-sportivi con cui arricchisce le sue telecronache, sia sempre molto prodigo di riferimenti e informazioni piuttosto dettagliate.
Una pignoleria che, se applicata ai numeri reali della pandemia, dovrebbe fargli rilevare in modo incontrovertibile che la categoria a cui appartengono gli atleti in attività, per età e per stato di salute, non ha mai rischiato oltre i danni di una banale influenza incontrando il Sars-Cov-2.

Evidentemente anche nel caso di Bragagna hanno fatto presa, radicandosi, quelle devastanti suggestioni di carattere ancestrale che hanno colpito profondamente l’immaginario collettivo del Paese, arrivando a far percepire un banale virus, che colpisce in modo grave solo una ristretta aliquota di persone fragili, come una sorta di possessione demoniaca. Ciò, come tutte le suggestioni, tende a sospendere quasi del tutto la nostra sempre traballante razionalità. Sta di fatto che in questo modo continuiamo ad alimentare una fobia da virus di cui, a fronte di tutti i problemi reali che il Paese si trova ad affrontare, sarebbe il caso di elaborare una volta per tutte.

Claudio Romiti, 19 dicembre 2023