Cronaca

Pregliasco tra tamponi e cenoni: il re dell’allarmismo è tornato

L’ennesima uscita virale dell’esperto dell’università Statale di Milano farebbe impallidire anche Charlie Chaplin e Buster Keaton

pregliasco cenone © macniak tramite Canva.com

Molte persone della mia generazione si ricorderanno quasi certamente quando da ragazzini, il sabato all’ora di pranzo, appena tornati dalla scuola, ci si precipitava davanti alla tv in bianco e nero per seguire Oggi le comiche, programma antologico in onda su Rai1 e condotto dal grande Renzo Palmer, alias Lorenzo Bigatti, il quale dava voce al celebre Braccobaldo Bau. Eppure quella magnifica carrellata di attori comici dell’epopea del muto – tra cui Charlie Chaplin, Buster Keaton, Ben Turpin, Harry Langdon e la coppia angloamericana di Stanlio e Onlio – impallidisce di fronte all’ennesima uscita virale di Fabrizio Pregliasco, forse l’esperto del terrore pandemico più mediatico durante il lungo periodo oscuro nel quale simili personaggi imperversavano h24 in ogni ambito dell’informazione nazionale.

Intervistato dall’AdnKronos in merito alle accortezze da tenere durante le prossime festività, il virologo dell’università Statale di Milano ha espresso vette assolutamente inarrivabili di umorismo rigorosamente involontario, dal momento che egli da quasi 4 anni a questa parte manifesta un solo o irrefrenabile obiettivo: tutelare la salute degli italiani dagli attacchi del diabolico Covid-19. Già il titolo del pezzo fa capire che per il nostro genio, al pari di chi lo ha interpellato, nulla o quasi è cambiato da quando ci consigliava di passare in allegria il cenone di Natale indossando la mascherina e morendo letteralmente dal freddo per arieggiare gli ambienti di casa almeno ogni mezz’ora: “Tamponi pre-cenoni, a prescindere dai sintomi”.

Ma il suo breve intervento è talmente esilarante che val la pena riportarlo integralmente: “Fare o non fare un tampone prima dei cenoni o dei pranzi di Natale?”, gli chiede il giornalista”. “Sicuramente farlo aiuta”. risponde Pregliasco: “A prescindere dalla presenza o meno di sintomi, e sicuramente se si hanno disturbi respiratori”. Ma ecco che il direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano sconfina ben oltre il famoso principio di indeterminazione di Heisenberg, in cui ci spiega la strana realtà parallela in cui ancora si muove il coronavirus: “Premesso che il tampone negativo non assolve e non garantisce al massimo, perché resta il problema dei falsi negativi o di una positività ritardata rispetto all’esordio dell’infezione, ben venga comunque il test come contributo in più dal punto di vista della sicurezza di anziani e fragili”. Ma alla fine, per uscire da questo evidente marasma nel quale il bianco sembra nero e viceversa, egli taglia la testa al toro con un consiglio di inestimabile valore: “Cosa migliore – riferendosi ai suddetti fragili – sarebbe stata, e sarebbe, riuscire e vaccinarli”.

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Ora, tirando le somme da tutto ciò, sembra emergere una sola e inequivocabile certezza: secondo Pregliasco vale tutto e il contrario di tutto. Il tampone è utile ma anche no; il tampone rileva il virus ma anche no; il tampone in definitiva non serve a un tubo ma è meglio farlo per precauzione. Così come è meglio proteggere i nostri vecchietti e le persone affette da gravi e gravissime patologie con vaccini ampiamente scaduti dato che, se non sbaglio, i più recenti sono tarati sulla variante Omicron. A questo punto, c’è una sola cosa che da profani di buon senso ci sentiremmo di consigliare agli insicuri che ancora ascoltano gli aruspici del Covid, i quali vorrebbero passare un Natale in totale sicurezza: restate a casa! In questo modo, così come abbiamo potuto felicemente sperimentare durante il lungo periodo in cui ci hanno fatto marcire agli arresti domiciliari di massa, è certo che la circolazione del virus diabolico verrà bloccata. Provare per credere, parola di Pregliasco.

Claudio Romiti, 18 dicembre 2023

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