Esteri

Blackout, la Spagna green salvata dai generatori a benzina e gas

Apripista del capriccio ideologico verde, Madrid ha vissuto un vero e proprio inferno. È ora di fare i conti con la realtà

spagna © AndrewLinscott tramite Canva.com

L’elettricità è stata quasi completamente ripristinata in Spagna: oltre il 99% della fornitura è tornato operativo dopo il vasto blackout che aveva colpito la penisola iberica e il Portogallo. Lo ha comunicato questa mattina il gestore della rete elettrica spagnola, REE. Secondo i dati forniti, alle ore 6:00 la copertura energetica aveva raggiunto il 99,16%, con una produzione pari a 21,26 megawatt. L’interruzione dell’energia era cominciata ieri alle 12:33. Resta ancora un mistero invece la causa di questo inferno, ma c’è una certezza: la Madrid green è stata salvata dai generatori a benzina e dal gas.

La Spagna è l’apripista di quel capriccio ideologico green che ha toccato l’Europa e quanto accaduto ieri ribadisce ancora una volta, con buona pace degli integralisti, che abbiamo accelerato troppo i tempi. Un Paese in ginocchio per ore, famiglie e aziende in difficoltà, salvate da ciò che i talebani del verde vogliono cancellare. Sì, perchè per molti gas e benzina sono da archiviare, limitare, mettere in secondo piano in favore delle rinnovabili. E Madrid è uno dei Paesi che investe di più proprio sulle rinnovabili. Ma gli eventi di lunedì lasciano parecchi dubbi su quanto sia un fattore positivo. Persino le centrali nucleari sono state fermate: tre impianti si sono spenti automaticamente e, come confermato dal Consiglio di sicurezza nucleare (Csn) spagnolo, i reattori sono tornati a funzionare grazie a generatori diesel di emergenza. Diesel, avete letto bene.

“Si ricorda il 28 settembre del 2003? Abbiamo avuto un collasso simile. È stato l’ultimo grande blackout del mondo occidentale. Sono eventi storici, eccezionali, come gli incidenti nucleari” l’analisi dell’esperto Davide Tabarelli a Quarta Repubblica. Il presidente di Nomisma Energia ha poi aggiunto: “Perchè il sistema elettrico è un sistema difficile e complesso. Anche per questo hanno trovato delle spiegazioni come le strane perturbazioni atmosferiche. La realtà è che la Spagna ha questa rivoluzione energetica in corso per la quale era un Paese esempio, con una importante fetta di produzione di elettricità dalle rinnovabili. Ci sarà stato qualche problema, non è detto che siano le rinnovabili, ma gestire questa complessità diventa difficile”

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Tra le possibili cause del blackout c’è inevitabilmente il problema di mix energetico. Prima del disastro di ieri, la produzione elettrica era costituita per il 72 per cento da solare ed eolico, per l’11,5 per cento da nucleare e per il 3 per cento da produzione a gas. Pochissima inerzia sulla rete, evidenzia La Verità, cioè la stabilità della frequenza a 50 Hertz era a rischio. Questa stabilità è data da impianti convenzionali. Non è dunque possibile escludere che si sia trattato di un problema di precaria stabilità della frequenza di rete dovuta alla preponderanza della generazione rinnovabile, magari combinato con una causa scatenante esterna.

In attesa di novità dagli accertamenti, l’elettricità è sempre più il sistema nervoso del Paese e il caso della Spagna è una lezione per tutti. Così come rappresenta una lezione l’immediata decisione di Sanchez di riattivare le centrali a gas e idroelettriche, appena sei giorni dopo aver festeggiato il 100 per cento di produzione rinnovabile in un giorno feriale. Le centrali “sono state riattivate in tutto il Paese, il che dovrebbe consentirci di ripristinare rapidamente la fornitura di elettricità in tutta la Spagna”, l’annuncio del premier socialista, che non pago ha affermato che “la Spagna ha gli strumenti per affrontare questo tipo di situazione”: “Non ci sono problemi di insicurezza. Il nostro sistema ospedaliero funziona correttamente” e “ci sono generatori nei centri sanitari che funzionano normalmente e hanno un ampio grado di autonomia”. Il tanto vituperato petrolio. E tanti saluti ai pannelli.

E bisogna dirlo: Sanchez ha la memoria un po’ corta. Appena tre anni fa, nel settembre del 2022, il primo ministro tanto amato in Italia e in Cina affermò senza ombra di dubbio: “In Spagna non ci saranno blackout elettrici, né razionamento delle bombole di butano”. Affermazioni legate ai possibili tagli al gas in Europa a seguito della guerra con la Russia. E ancora, lo scorso 16 aprile il gestore della rete elettrica spagnola Red annunciava con i fuochi d’artificio che la produzione da rinnovabili era sufficiente per coprire la domanda di elettricità del paese. Una testimonianza della grande fiducia nei confronti delle rinnovabili, non c’è dubbio, ma anche la certificazione della pericolosità dell’ossessione verde.

Franco Lodige, 29 aprile 2025

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