Esteri

Borrell, il burocrate Ue che vuole fermare Israele

I dubbi dell’Unione Europea su Israele passano per l’Alto Rappresentante, Josep Borrell. Le ultime uscite pro-Palestina

Borrell palestina © dem10 e Belyay tramite Canva.com

La decadenza geopolitica dell’Unione Europea sta avendo la sua (ennesima) dimostrazione sul lato della guerra in Israele. Nel fine settimana appena passato, Bruxelles non solo non è riuscita ad esprimere pienamente il proprio sostegno alla causa di Tel Aviv, ma è riuscita perfino nell’impresa di dividersi. La questione dei finanziamenti alla Palestina, nei fatti, ha sciolto quella che doveva essere la forte presa di posizione del Vecchio Continente sul conflitto in Medio Oriente.

Il risultato è che gli emendamenti del centrodestra, i quali richiedevano la linea più dura, ovvero quella di una stretta dei finanziamenti alla Palestina, sono stati bloccati. Anzi, il via libera è andato solo per un generalissimo impegno per “costruire la pace”. Alcuni Stati membri contro la Commissione; la Commissione contro alcuni Stati membri; Ursula von Der Leyen contro Josep Borrell.

Borrell e Israele

Ed è proprio da quest’ultimo che parte il velato filone palestinese, che oggi risiede nella stanza dei bottoni di Bruxelles. Negli ultimi giorni, centinaia di funzionari comunitari hanno criticato la presidente della Commissione Ue per il suo “sostegno incondizionato” ad Israele. Ed è Borrell, ancora nelle ultime ore, ha porre più che dubbi sul supporto dell’Ue alla causa di Tel Aviv.

Prima criticando il piano di evacuazione del governo Netanyahu, definito “del tutto impossibile”. Poi è arrivata (finalmente) la condanna agli attacchi terroristici di Hamas, ma sottolineando comunque la responsabilità di Israele. E ancora, c’è sempre un però: “Israele ha il diritto di difendersi, ma alcune azioni contrastano con le norme internazionali”. Ma non finisce qui: l’attacco a Tel Aviv arriva pure relativamente all’assedio di Gaza, per poi ribadire prontamente nuovi aiuti europei alla Palestina.

Insomma, l’ambiguità di Borrell è percepibile sotto gli occhi di tutti. E non sembra neanche essere un caso che, lo scorso marzo, l’Alto Rappresentante Ue fu sostanzialmente disertato da Israele, dopo aver condannato le azioni del governo Netanyahu in Cisgiordania. La risposta di Tel Aviv fu durissima: “Meglio se resta a casa”. E nei fatti, Borrell ha deciso di seguire il ‘consiglio’ dell’esecutivo israeliano.

Ue spaccata

Un’altra particolarità sono state poi le recenti tensioni che si sono registrate tra Borrell e Manfred Weber, leader del gruppo parlamentare dei popolari europei (Ppe), il quale ha criticato il rappresentante Ue proprio sulla causa israeliana. Nello specifico, “negli ultimi quattro anni lei non è mai andato in Israele per dialogare nel tentativo di stabilire un processo di pace”. Visite che, invece, come sottolinea il leader politico, ci sono state in Cina, dove il 13 ottobre scorso, circa una settimana dopo il violento attacco di Hamas contro Israele, con migliaia di morti e centinaia di persone prese in ostaggio, Borrell si è recato a Pechino per incontrare il ministro degli Esteri, Wang Yi, al fine di intensificare le relazioni bilaterali Ue-Cina. A recarsi in Israele, invece, è stata solo Ursula von Der Leyen.

Insomma, risulta quindi essere lampante la polarizzazione che c’è tra le componenti Ue. Da una parte, quella ultra-israeliana rappresentata dai vertici della Commissione; dall’altra, la linea borrelliana, tendente filo-palestinese. Il tutto provoca la destabilizzazione delle posizioni geopolitiche dell’Unione Europea.

L’ultimo sgarbo è quello tra von Der Leyen e Charles Michel, divisi anche sulla bomba contro l’ospedale di Gaza, dove il presidente del Consiglio Europeo ha alimentato più che dubbi circa la responsabilità di Israele, per poi parlare immediatamente di “violazione del diritto internazionale”. Nei fatti, un altro soggetto Ue che si accoda alla linea filo-palestinese e borrelliana di Bruxelles. Mai come oggi, l’Ue è diventata un asilo. Ed il sostegno incondizionato alla popolazione israeliana diventa sempre più un miraggio.

Matteo Milanesi, 23 ottobre 2023