Cultura, tv e spettacoli

Botteri smemorata: al tg dimentica i disordini dei marocchini in Francia

L’inviata Rai si dimentica di menzionare il caos accaduto a Parigi dopo Francia-Marocco

Cultura, tv e spettacoli

Chi l’ha detto che il merito non tira? Tira, tira, specialmente a sinistra e specialmente alla Rai, dove i galloni si guadagnano, si meritano, mica star lì a pettinar le bambole. Giovanna Botteri, per esempio. Lei, ecco, sarà pure spettinata, e non bambola, ma i meriti ce li ha tutti. Dove la mandano la mandano, Giovannona scapigliata s’imbambola sempre un po’ se ci sono cose storte, in compenso offre quella visione irenica, ecumenica del mondo, molto disneyana, molto post progressista. Volemose bene o meglio nous nous aimons, trovandosi elle momentaneamente distaccata en France.

Qui, Giovannona ha offerto il meglio del merito in una cronaca effusionista, anche un po’ dadaista (“non solo marocchini: anche algerini, tunisini, in una grande festa sportiva popolare”) di quanto accaduto dopo la partita fra Marocco e Francia, praticamente un derby. Tutti che si amano, si abbracciano, festeggiano, “brava la Francia, però anche bravo il Marocco”, “Io tifavo tutte e due” (per forza), “io sono francese ma anche marocchino”, ma soprattutto progressista e di sinistra, come la peripatetica di Lucio Dalla. Solo che qui non eravamo a Bologna, dove non si perde neanche un bambino, ma per l’appunto a Parigi, dove Giovannona si è persa il meglio: scontri, fuochi e non di giubilo, non fuochi fatui ma di furia, la città accesa di fiamme, teppismi, rovine.

Si è persa anche una vita, giovane, un quattordicenne perito nei tumulti: secondo la Prefettura parigina, che magari si poteva pure contattare prima di quel servizio fatato, un gruppo di “tifosi”, evidentemente di altera pars, ha cercato di strappare una bandiera tricolore da un’auto che si è imbizzarrita, ha cercato di scappare, ha travolto il ragazzino, che è morto poco dopo all’ospedale per arresto cardiocircolatorio. La notizia l’ha data per prima Dagospia, e da lì solo conferme. Non per Botteri, che non ne fa cenno nel suo già leggendario servizio per il Tg2 delle 13 di oggi. Così come sorvola, glissa, ignora gli immani casini che hanno sconvolto la capitale; giusto un accenno, en passant, ai “cinquemila gendarmi a presidio degli Champs Elisées”, evidentemente in vacanza, per partecipare anche loro alla festa, visto che di disordini, a sentire, anzi a non sentire lei, neanche l’ombra.

Ma che bel mondo. E che bel modo di fare informazione, specie in Rai. Fa venire in mente quel vicedirettore del Corriere che aveva taciuto alla notizia dei settecento e più bambini morti in Grecia dopo una crisi devastante, gestita dall’Unione in modo criminale: “Non l’ho fatto – spiegò il Fubini – perché sarebbe stato come dare una clava in mano agli antieuropeisti”. C’è un agile libretto, appena uscito con la Verità, in cui Massimo De Manzoni fa le pulci a questa informazione disinvolta al limite dell’omertoso: è fuori da una settimana ma, in un certo senso, è già vecchio, gli esempi si moltiplicano, la performance di Botteri va oltre, segna nuove vette. Il bello è che nessuno, dalla Rai all’Ordine dei Giornalisti, si sognerà non si dica di sanzionarla, che sarebbe solo la inutile carognata di un censore (per quanto, sulla stampa di destra, i provvedimenti piovono come pietre), ma almeno, santo cielo, di tirarle un cicchetto. Ma vai: più facile immaginare, nei corridoi, furtive strette di mano, pacche politicamente corrette sulle spalle, vai Giovanna, è così che si fa.

C’è da edulcorare? Chiama la Botteri, chiamala Botteri: e sai cosa scopri. La gioia, la felicità. Di quinta, la nuda derelitta realtà: per la Rai, l’aggressione di una fazione etnica che mette a soqquadro una metropoli mondiale non c’è, non esiste, non si deve dire. E non è neanche l’unico caso, è dall’inizio che il percorso della Nazionale marocchina, in sé splendida per gioco, grinta e volontà, risulta lastricato di disordini, casini, devastazioni, sfasci, più o meno in tutte le città europee, a Parigi come a Milano, a Bruxelles come ovunque. Diversamente, non si capirebbero i piani di emergenza, approntati dalla polizia, che allertano le città varie “sensibili”, cioè tutte. Niente, che lo diciamo a fare.

Si rischia, ancora una volta, di mettere la clava in mano agli euroscettici, che vogliono sabotare questa istituzione, come ogni giorno di più andiamo costatando, così trasparente, cristallina, volonterosa, sollecita, legata ai cittadini, rispettosa delle loro prerogative, per niente intrusiva, affatto invasiva, le cui facce, da Ursula von Der Leyen, detta la Baronessa, a Christine Lagarde da Margrèthe Vestager a Charles Michel, eccetera eccetera, ispirano solo fiducia, sempre così educati, comprensivi, ben disposti in particolare con l’Italia: che volete, hanno perfino promosso la manovra di Giorgia Meloni, quella contro i poteri forti, manovra che si sospetta ispirata dall’amico banchiere Supermario.

Mai uno scandalo in Ue, e, se c’è un guaio, la Ue fa presto a risolverlo: basta non vederlo, così poi uno non si deve domandare, per esempio, l’effetto di questa immigrazione incontrollata, che finisce per tenere in ostaggio le città col pretesto di una partita di pallone. Neanche c’è da chiedersi dove si potrebbe finire dopo tutto questo (veramente, ce l’aveva già spiegato Giovanni Sartori: alle dittature teocratiche importate per eccesso di democrazia laica; ma in fondo, Sartori chi era?). Men che meno è consigliato chiedersi perché diavolo etnie africane esagitate debbano assaltare città europee che, oltretutto, le ospitano. In ogni caso, non chiedetelo a Giovannona chiomalunga: lei è un’anima pura, e nel gran casino del mondo vede solo armonia, pace, serenità, concordia e qualche mortaretto, qualche botto, qualche sparo sì, ma giusto per festeggiare, tutti insieme. Il mondo, visto da sinistra, è una cosa meravigliosa.

Max Del Papa, 15 dicembre 2022

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