Cronaca

Bruciare Meloni gesto infame

Al “Carnevale liberato” di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, a fuoco un fantoccio della premier

meloni carnevale mirteto

Intolleranti e incoerenti. Sono questi i primi due aggettivi che vengono in mente osservando la sceneggiata, a dir poco indecorosa, che nelle scorse ore ha visto protagonisti un gruppo di antifà che hanno preso parte al cosiddetto “Carnevale liberato” di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti. Nel corso della consueta manifestazione carnascialesca, che già da svariati decenni si tiene annualmente nella cittadina rietina coinvolgendo in una clima festante e vivace la comunità locale, gli antifà in questione hanno pensato bene di ridurre un momento di allegria collettiva in un macabro teatrino.

Con la scusa del Carnevale, gli antifascisti poggiani hanno infatti fatto sfilare, e poi dato alle fiamme, un carro allegorico con un pupazzo con le sembianze di Giorgia Meloni. Il fantoccio incendiato dai manifestanti, definito con una chiara allusione politica “fascio di luce”, raffigurava il Presidente del Consiglio italiano in posa mussoliniana e con il braccio destro proteso in avanti, a richiamare il saluto romano di fascista memoria. Sulle note del coro “Siamo tutti antifascisti”, intonato a gran voce dai manifestanti, la Barbie con il volto della premier è stata dunque bruciata su pubblica piazza (manco fosse una strega al tempo dell’Inquisizione) in un clima di violenza e di odio dilagante che veramente nulla ha a che vedere con un evento festoso quale dovrebbe essere il Carnevale.

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Non solo. Perché i “fenomeni” protagonisti della baracconata in questione, oltre ad aver dato prova (per l’ennesima volta) di tutta la loro rabbiosa intolleranza verso i principi basilari su cui si erge una democrazia, hanno altresì dimostrato di disconoscere totalmente il concetto di “coerenza”. Quel manipolo di scalmanati iper-politicizzati che in quel di Poggio Mirteto ha gettato sul rogo il fantoccio di Giorgia Meloni, appartiene infatti alla medesima famiglia antifascista che, giusto qualche ora prima, era scesa in piazza per rivendicare la centralità del ruolo della donna nella nostra società.

In pratica: sostengono di lottare per i diritti delle donne, ma non fanno altro che agire con brutalità e intolleranza proprio nei confronti di una donna (Giorgia Meloni). Dicono di voler combattere il fascismo (sebbene immaginario), e poi finiscono per scadere essi stessi in atti di una tale viltà che persino definirli “fascisti” risulterebbe riduttivo. Insomma, la solita di doppia morale di coloro che amano tanto dichiararsi buoni, accoglienti ed inclusivi, ma poi si rivelano puntualmente degli estremisti della peggio specie.

Salvatore Di Bartolo, 11 marzo 2025

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