Economia

Buon anno, capitalismo!

L’opinione di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi

Buon Anno Capitalismo © AlexRaths e cyano66 tramite Canva.com

Non bisogna essere sempre negativi e rattristati (“morti improvvise”, Gaza, Ucraina, migranti che occupano il centro di Milano), cosa c’è invece di positivo di cui parlare? La Borsa, i rendimenti dei BTP e la ricchezza finanziaria! In Italia siamo arrivati a 411mila milionari e 1.356 che hanno più di 100 milioni. Alcuni diranno: “Ma io non ho una lira (euro…ok), ho anzi dei debiti, le cartelle esattoriali…”. Sì, ma magari tua figlia ne sposa uno dei 441 mila milionari, visto che ce ne sono così tanti in giro, basta trovarli. Insomma, devi anche vedere le cose dal lato positivo.

Il mondo occidentale e l’Italia conoscono le loro iatture: tipo rimanerci secco a 35 anni per ragioni che la medicina ora dice di non comprendere; oppure essere destinati, demograficamente, alla “sostituzione” grazie a pachistani, nordafricani, indiani, e altre etnie più prolifiche che trovano le frontiere mezze aperte (155mila sbarchi nel 2023 in Italia). Tuttavia, i morti “improvvisi” sono alcune migliaia l’anno, solo una piccola guerra. E i migranti come mano d’opera a basso costo sono necessari allo sviluppo del capitalismo. E soprattutto quello che conta è altro.

La ricchezza finanziaria in Italia ha superato i 5.300 miliardi di euro e siamo all’ottavo posto nel mondo. Come si è discusso più in dettaglio, nell’ambito del risparmio siamo in realtà anche fortunati, perché abbiamo i BTP che rendono sul 3,8% (ed era anche di più un mese fa) e l’inflazione ormai è scesa all’1%. Questo non succede ai francesi e ai tedeschi, che hanno inflazione ora più alta (3,8% e 3,2%) e rendimenti più bassi dei loro titoli di stato. Ad esempio, un povero risparmiatore tedesco se compra un titolo di stato scadenza dieci anni riceve un 1,9% con inflazione al 3,2%. E infatti non li comprano.

Inoltre, le aziende italiane che fanno veramente soldi negli ultimi anni son parecchie. Perché l’inflazione 2021-2023 era da profitti, non da salari (come quella degli anni ’70 e ’80 con la scala mobile e i sindacati che ottenevano aumenti contrattuali del 10% l’anno). Anzi, le statistiche indicano che gli stipendi italiani al netto dell’inflazione dal 2020 sono calati di un 9%. E qui i capitalisti non sanno come ringraziare i sindacati italiani che si occupano del “sesso degli angeli” e non solo di quello, ma non di salari. In fin dei conti è grazie ai sindacati che si deve l’aumento dei profitti.

Anche il PIL è aumentato di molto, da 1.700 a 2.000 miliardi. E da cosa è dovuto? Aumenti soprattutto di fatturati, grandi e piccoli, dagli artigiani, ai ristoratori (finalmente) e soprattutto alle grandi aziende.

Nell’economia di mercato globale, per uno che soffre un altro gode. E oggi in Italia molti godono. Per cui, nella realtà dei fatti, non nei titoli dei giornali e nei commenti dei piagnistei social, il capitalismo in Italia vince! E se ne fotte di tutto il resto. Forse non era questo l’obiettivo e il programma del governo, lo sappiamo, ma se si guardano i dati è così.

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 3 gennaio 2024