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Cannabis libera. Ma chi fuma si paga le cure?

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L’altro giorno il ministro Speranza ha velatamente minacciato nuovi lockdown a cui, secondo lui, saremo costretti se non ci comportiamo bene. Cosa faremo in casa nell’eventualità che ciò accada? Oggi la sinistra ha cominciato a darci una prima risposta: potremo passare il tempo a coltivare cannabis sui terrazzini delle nostre case per farne un “uso personale”, cioè potremmo dilettarci con il bricolage green, che fa tanto trendy, e contemporaneamente conquistarci uno stato allucinatorio che non ci farà pensare troppo allo stato di reclusione in cui siamo. Ovviamente, l’enfasi con cui è stata salutata a sinistra l’approvazione del testo base che depenalizza la coltivazione della cannabis sarebbe stata un tempo degna di miglior causa. Così come è paradossale che a occuparsene sia stata una commissione parlamentare, quella della giustizia, che uno si immaginerebbe impegnata in ben altre e gravi faccende in questo momento, casomai a mettere a fuoco i mille tentacoli di quella piovra che è stata efficacemente definita “sistema Palamara”. Ma tant’è!

La sinistra pur di mettere le sue bandierine ideologiche sarebbe disposta a tutto. E quella costruita attorno alla canna è veramente la più irrazionale e duratura mitologia dei nostri tempi, nata quando gli attuali leader della sinistra erano giovani viziati che pensavano di fare la rivoluzione coi soldi di papà e confondevano la libertà con l’allucinazione. Che cosa, allora come oggi, abbia a vedere tutto ciò con le sofferenze della povera gente, con i problemi concreti della vita di un operaio o di un lavoratore dei servizi, non è dato sapere. E fa pena vedere, da una parte, come si sia ridotto il vecchio realismo di Carlo Marx; e dall’altra come siano invecchiati male questi dirigenti del Pd tutti chiusi in loro stessi e nel loro mondo inesistente, frutto di un’allucinazione per l’appunto.

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