Whoopi Goldberg può piacere e non piacere, è una che piace più allo star system di Hollywood, dove la fa relativamente da padrona perché ha tutte le carte in regola: nera, mai avvenente, attivista, il che significa esaltata, come tale assai poco inclusiva. Una simpatica per mestiere di fingere ma abbastanza insopportabile nella realtà, che fa la comunista dall’alto dei suoi provilegi, una delle tante, delle solite.
Intanto non si chiama così ma Caryn Elaine Johnson, che però forse è un po’ troppo nome da retaggio, da memorie di sofferenza, mentre whoopi rievoca il soffio del cuscino che fa le scoregge, proprio così, e lei se l’è scelto non si sa se per provocare, per scelta politica o chissà quale altra baggianata programmatica: la nostra Whoopi quanto a prospettiva analitica non va tanto per il sottile, è una che esalta il metoo “perché le donne discriminate si mettono insieme”, argomenti del genere, non tanto in profondità, però espressi con la seriosità del caso, e due anni fa però pure lei, che si crede onnipotente per questioni di vittimismo razziale, che come niente sale sul palco ad aprire i concerti dei Rolling Stones, ha passato i suoi guai per avere disprezzato l’Olocausto. “Non c’entra niente con la razza”. Certo, l’unica persecuzione è per gli afroamericani.
Così ragiona una diva di Hollywood con il crisma dell’attivista storicamente discriminata. Le ha fatto una intervista il Corriere in un contesto culinario che con la cucina c’entrava poco e niente, lasciandole licenza di affabulazione, di militanza – manco a dirlo lei si è sempre spesa per i presidenti dem, da Clinton a Biden passando per Obama, una di quelli che se vince Trump mamma mia, c’è da fuggire subito, da ritornare a mama Africa. Però nella solita operazione pubblicitaria mascherata da intervista c’è un passaggio interessante dove dice che si è trasferita in Sicilia (dopo avere frequentato a lungo la Sardegna: privilegi delle star) “perché amo l’Italia (naturalmente, ndr) e qui non ho paura”. E perché poi dovrebbe avere paura? Volendo, si può pensare che la nostra cara Whoopi colga l’ennesima palla al balzo per insinuare che qui non c’è Trump, qui si può vivere, lei ha seguito il suo aiutante, perché le star hanno la servitù, che è sposato con uno di origine siciliana, come dire il colmo del woke esistenziale, sta di fatto che sulle orme tardive di quelli del Grand Tour, i Goethe, le madame De Stael, Goldberg ha scoperto la douceur de vivre.
Chissà se ancora in Sicilia ci fioriscono i limoni, il “dolce sì” si tramuta sempre più in ringhiosi vaffanculo, comunque resta un genius loci, una suggestione. La Sicilia, poi! Questa benedizione da scontare, quella luce che al mondo non ce n’è un’altra, quell’impasto di violenza e di poesia, ma anche noi stiamo già cedendo alle sirene della retorica narrativa, insomma la Whoopi a 70 anni si è ritrovata nell’universo di Montalbano e ha deciso che non lo lascia. Beata lei. Con qualche andata e ritorno da Hollywood, beata lei, ma dalle torto.
In Italia sto bene e non ho paura. In Italia c’è Giorgia Meloni che fa molta paura agli ipocriti e ai coglionazzi che subito, il 26 settembre 2022, stavano con la valigia pronta. Però sono ancora qui, nessuno si è mosso, che peccato. Al massimo fanno avanti e indietro da Central Park, con gli stessi privilegi ma assai meno talento di Whoopi, anche se pure loro fingono per mestiere. Di motivi per aver paura in Italia ce ne sono, i clandestini sono fuori controllo, l’Islam irragionevole e opportunistico dei padri padroni, dei maranza, dei clan detta le sue leggi anche qui, il Paese sbrindellato fatica a tenersi insieme per molti versi, l’Europa non lo aiuta, ma se sei una stella del cinema americano puoi trovare il meglio, magari con argomenti un po’ andanti, un po’ fanatici: “La Sicilia è vicina all’Africa”. Casomai al Maghreb, ma sono soavi scemenze da star, qualcuno potrebbe anche considerarle razziste, o contro-razziste, ma Whoopi è attivista, è inclusiva, incantata dallo struggimento siciliano, e va bene così.
La sua testimonianza, per quanto superficiale o suggestiva, può servire a marcare alcuni punti fermi: la globalizzazione finanziaria e tecnologica stravolge, l’Unione Europea da 30 anni ce la mette tutta per disperdere i patrimoni nazionali, quello mediterraneo in particolare, il mondo si riconfigura sempre più a una dimensione, anche in politica si fatica sempre più a distinguere le democrazie, sempre più negative, auto-fagocitanti, dalle autocrazie o dittature vere e proprie; queste e quelle si tengono insieme ricattandosi, controllando reciprocamente i rispettivi debiti pubblici; e le migrazioni di massa sconvolgono retaggi e certezze. Eppure, malgrado il Pandemonio, restano le eredità della storia (e della geografia, specificherebbe Giovannino Guareschi, “perché è la geografia che fa la storia”), resta un patrimonio atavico. Persiste quella ostinata specificità dei luoghi per cui un’isola come la Sicilia è più vicina al nordafrica che al nord Europa in senso culturale, per invasioni stratificate, per arte, per stile di vita, perfino per melanconia.
Cose che restano nel sole, nell’acqua, nella fisiognomica, nella mimica di chi abita e anima i luoghi, e che se vieni dall’America a bordo del jet privato non fai fatica a cogliere. Insomma c’è speranza se la Sicilia degli agrumenti e della mafia, dell’immaginario di Camilleri e del pessimismo di Sciascia ancora sa incantare chi ci capita. A proposito: all’attivista forsennata Whoopi, all’esaltata attrice che anche in un sospiro trova il razzismo, l’Italia non fa paura, non la mette in crisi, non la considera “un posto di merda dove non fare figli”. Prendesse nota gente come la Egonu dal razzismo immaginario e molto opportunistico, molto affaristico, con lei il giro della sinistra stracciarola che per una volta è stata superata a destra da una diva afroamericana metoo con assistente sposato con un siciliano imbevuta di convinzioni estetizzanti ma estreme. Roba che questi di Capalbio e dei Parioli se la sognano, hai voglia a magnà pastasciutte antifà.
A proposito, ormai ci siamo, anche quest’anno mettiamoci il cuore in pace che arriva la settimana di passione, roba da rimpiangere la Whoopi con tutte le sue esaltazioni militanti.
Max Del Papa, 21 aprile 2025
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