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Caro centrodestra, che figura barbina sul Def

Dopo sei mesi di esecutivo, il governo Meloni va sotto alla Camera che ha bocciato il Def. L’ira della premier: “Non ho parole”

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Una giornata a dir poco impegnativa, quella di ieri, per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La leader del governo, infatti, è arrivata a Londra, dove nel pomeriggio ha incontrato il primo ministro Sunak a Downing Street, con l’obiettivo di cooperare con il Regno Unito per la nascita di un nuovo asse – escludendo Parigi e Berlino – che possa risolvere l’emergenza migranti nel Mediterraneo e nella Manica.

Meloni a Londra

Eppure, non sono solo gli appuntamenti internazionali che tengono impegnata la leader di Fratelli d’Italia, ma in particolare sono gli affari correnti nel Bel Paese a preoccupare la coalizione di centrodestra. Dopo sei mesi di esecutivo, infatti, per la prima volta il governo è andato sotto alla Camera. La maggioranza dei parlamentari ha bocciato lo scostamento di bilancio, che prevedeva lo stanziamento di 3,4 miliardi per il 2023 e 4,5 miliardi per il 2024, a copertura del taglio del cuneo nel decreto da varare nel Consiglio dei ministri del primo maggio.

“È stato un brutto scivolone, ma non un segnale politico”, ha commentato il premier quando ha appreso la notizia durante il bilaterale con Sunak. Eppure, come riportato da quotidiani e siti online italiani, la reazione di Meloni nella chat coi propri parlamentari sarebbe stata infuocata. “Io non ho parole”, ha scritto la titolare di Palazzo Chigi agli eletti del suo partito. Furioso anche il ministro leghista, Giancarlo Giorgetti, che ha commentato: “Non c’è nessun problema politico, il problema è che i deputati non si rendono conto.

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Autogol centrodestra sul Def

La risoluzione sarebbe dovuta passare con 201 voti a favore. A questi, però, ne sono mancati ben 6, a cui si sono aggiunti i 25 deputati di maggioranza che non hanno partecipato alla votazione: 11 per la Lega, 9 per Forza Italia e infine 5 per Fratelli d’Italia. Contrario allo scostamento il Terzo Polo, mentre sia Pd che Movimento 5 Stelle si sono astenuti. Volano stracci dall’opposizione: Elly Schlein parla di “dilettantismo”, mentre i grillini auspicano la salita di Meloni al Quirinale affinché presenti le dimissioni. Nonostante tutto, il Cdm dei prossimo primo maggio sarà salvo. In extremis.

Subito dopo la bocciatura, alle 18.30, il governo ha convocato il Consiglio dei Ministri, poi terminato in pochi minuti, e in cui è stata modificata solo la relazione del Def: i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023 restano fermi, mentre la nuova relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie, già oggetto degli interventi programmati per il Cdm fissato per il primo maggio.

Nel frattempo, è arrivato il via libera della commissione Bilancio della Camera alla nuova relazione sullo scostamento di bilancio, che quindi oggi tornerà a Montecitorio per il voto finale. Difficile, se non impossibile, che possa realizzarsi lo stesso scenario di ieri, anche perché Fratelli d’Italia ha già posto la presenza obbligatoria dei propri deputati “dalle 10 fino alla fine dei lavori”.

Matteo Milanesi, 28 aprile 2023

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