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Case green, attenti alla mannaia dell’Ue

Cosa si nasconde dietro la direttiva Ue sugli immobili: più obblighi e zero incentivi

ursula case green

In Italia, tutti i partiti di maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) e almeno due di opposizione (Italia Viva, Azione) hanno espresso critiche radicali alla proposta di direttiva europea, che prevede l’obbligo di effettuare rilevanti e costosi interventi di efficientamento energetico sugli immobili esistenti entro pochissimi anni. A questi partiti va chiesto ora di essere conseguenti nell’attività svolta a Bruxelles dai loro referenti.

Il testo che sarà posto in votazione il prossimo 9 febbraio nella Commissione industria del Parlamento europeo, che venga o meno modificato sulla base di accordi notturni raggiunti in riunioni semi-clandestine, provocherebbe in Italia effetti devastanti.

Come detto e ridetto, il provvedimento contrasta in modo netto con le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano (risalente nel tempo e di proprietà diffusa, sovente di tipo condominiale) e ne determinerebbe l’immediata riduzione di valore. Ma, prima ancora, contrasta con il buon senso e con i più elementari principi di chi abbia un minimo di sensibilità liberale: se un’autorità pubblica (uno Stato o, come in questo caso, una unione di Stati) ritiene desiderabile che si perseguano determinati obiettivi, infatti, lo strumento non può essere quello degli obblighi, bensì quello degli incentivi.

Per approfondire:

C’è una settimana per difendere il risparmio di milioni di famiglie italiane, la bellezza del nostro patrimonio edilizio e la libertà dei Paesi europei di individuare le proprie esigenze e stabilire le proprie priorità (l’Italia, ad esempio, ha maggiore urgenza di favorire gli interventi di miglioramento sismico, che l’approvazione di questa direttiva impedirebbe di sostenere adeguatamente). Alle parole seguano i fatti.

Giorgio Spaziani Testa, 3 febbraio 2023

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